Il vitigno è il Nebbiolo nelle varietà Michet, Lampia e Rosè. Per questo vino è previsto un processo di invecchiamento della durata di tre anni di cui due in botti di rovere e uno in botti di castagno. Esiste, tuttavia, una varietà di Barolo dennominata “riserva” che è sottoposta ad un periodo di invecchiamento non inferiore a cinque anni.
Il vino ha un profumo fruttato e speziato che evoca frutti rossi, violetta, pepe verde, cannella, noce moscata e vaniglia mentre il suo sapore si rivela senza dubbio gradevole, robusto e persistente.
Il vino prende il nome dal Comune di Barolo proprio perchè la sua produzione iniziò proprio in quel comune su volere di Giulia Colbert Falletti, l’ultima marchesa di Barolo che iniziò a far produrre questo vino affidandosi al conte Oudart, un famoso enologo del tempo noto anche perchè era lui l’enologo di fiducia di Camillo Benso Conte di Cavour.
Nel 1934 nasce il consorzio per la difesa dei vini tipici di pregio Barolo e Barbaresco e vengono definiti in maniera chiara la zona di origine, il vitigno di produzione e le caratteristiche del vino.
Il Barolo ha ottenuto ben due riconoscimenti, il marchio D.O.C. (Denominazione di Origine Controllata) nel 1966 e il marchio D.O.C.G. (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) nel 1980.