Si conclude con una schiacciante sconfitta per il Cavaliere la votazione della fiducia al Governo Letta che si è da pochissimo conclusa al Senato. Il Governo Letta incassa 235 voti a favore, incluso anche quello di Silvio Berlusconi, che si è trovato ad accettare, come lui stesso ha dichiarato, una ‘travagliata fiducia’.
Silvio Berlusconi si è trovato alle strette: il Partito della Libertà non si è compattato intorno al suo fondatore e, anzi, la profonda spaccatura che si è venuta a creare potrebbe essere la fine del partito così come lo abbiamo conosciuto finora.
I senatori presenti in aula hanno deciso di dare all’Italia una continuità politica, un governo forte e coeso, che possa prendere il paese e allontanarlo da tutte queste questioni che non fanno bene né alla sua immagine né alla sua economia.
Ma i ripensamenti di Silvio Berlusconi erano già evidenti questa mattina, quando il Cavaliere, prima del suo ingresso a Palazzo Madama, aveva fatto un primo piccolo dietrofront, non proclamandosi più a favore della sfiducia. Il resto lo hanno fatti i senatori afferenti al suo partito.
Prima le ‘colombe’ che raccolgono firme per una mozione di sostegno all’Esecutivo, 23 in totale, poi l’intervento del cavaliere e poi la brutta notizia: una velina annuncia a Berlusconi che oltre ai 23 contrari alla sfiducia, ci sono altri 34 senatori che vogliono uscire dall’Aula.
Nessuna altra opzione per Silvio Berlusconi se non quella di votare per la fiducia al Governo Letta: lui stesso, prendendo la parola in aula, la annuncia, ma la definisce travagliata.