“Vino” ha origine dalla parola sanscrita “vena” formata dalla radice ven (amare), la stessa di Venus, Venere. Il vino è dunque, da sempre, strettamente legato all’amore, alla gioia di vivere.E quale poteva essere il paese che meglio rappresenta la gioia di vivere se non l’Italia?
Non a caso l’Italia è il primo paese vitivinicolo del mondo: il maggior produttore al mondo di vini doc, sia in quantità sia in qualità .
Il nostro Paese vanta una straordinaria ricchezza di vitigni, a volte sconosciuti, dimenticati o in via d’estinzione: sono circa 350 le varietà autoctone(nel mondo è un record assoluto) veri e propri tesori enologici che, in epoca di globalizzazione vitivinicola, è importante conoscere e valorizzare. Il termine “autoctono” indica un vitigno che ha origini in Italia, o che è presente sul nostro territorio fin dall’antichità .
Un esempio di varietà “autoctona” è il Sangiovese, che è anche quello più diffuso(copre oltre il 10% del territorio coltivato). Vitigno originario della Toscana. Le prime documentazioni risalgono al diciottesimo secolo, si pensa però che fosse conosciuto anche dagli Etruschi. Dà un vino rosso rubino intenso, che costituisce la base dei vini rossi da pasto toscani. Compone la Docg Brunello di Montalcino, Chianti, Carmignano, Vino Nobile di Montepulciano e Torgiano Rossa Riserva.
Tra questi il Brunello di Montalcino, oltre ad essere uno dei grandi vini italiani, rappresenta un simbolo dell’italian style: sempre presente su tutte le tavole più importanti del mondo ed in tutte le occasioni principali, ottiene ampi assensi in tutte le circostanze per il suo sapore e le sue fragranze, donando piacere e gusto.
La prima testimonianza del nome Brunello risale al 1842 quando un canonico montalcinese esaltò le doti di questo vitigno che ha gli acini di un colore particolarmente scuro. La storia e insieme il mito del Brunello di Montalcino hanno inizio quando il figlio di Caterina Santi e di Jacopo Biondi, Ferruccio, decide di riprendere gli studi e le ricerche del nonno materno Clemente nella fattoria avita del Greppo. Lavora e vinifica esclusivamente uve Sangiovese derivate da un’accurata selezione. Riesce così a creare, attorno al 1870, un vino di potenza e delicatezza, destinato a divenire, una delle perle dell’enologia italiana e mondiale. Fu una rivoluzione, l’inizio di una nuova era per il vino italiano. Il successo commerciale non fu immediato, complice il prezzo da subito elevato del vino, dovuto alle grandissime cure in vigna e in cantina e soprattutto l’enorme difficoltà economica dell’Italia di quei tempi e di tutto il primo Novecento. Il grande successo del Brunello fu immediato tra gli intenditori di tutto il mondo ma non bastò per un’espansione dei vigneti e una crescita numerica dei produttori. Negli anni ’50 avviene la nascita della seconda etichetta di Brunello, poi la DOC nel 1966, infine la DOCG (la prima di un vino italiano) nel 1980, hanno fatto da traino alla grande ascesa di questo vino, oggi prodotto su circa mille ettari ed un centinaio di produttori.
Nel 2006 il Brunello di Montalcino Casanova Neri, e’ giudicato il miglior vino mondiale del 2006 da WineSpectator. Il prestigioso riconoscimento porta il Brunello di Montalcino alle massime vette di popolarità nel panorama mondiale dell’enologia.
Le annate migliori: dal dopoguerra ad oggi, sono state giudicate ufficialmente “a cinque stelle” le annate 1945, 1955, 1961, 1964, 1970, 1975, 1985, 1988, 1990, 1995, 1997, 2004.
Il Brunello di Montalcino è addirittura protagonista di un giallo di Agatha Christie, dove il colpevole dichiara: “al momento del delitto stavo degustando con gli amici una bottiglia di Brunello Montalcino del millenovecento…”. E l’alibi cadde perchè quell’annata di Brunello, come tutte quelle non ritenute all’altezza, non era stata prodotta.
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