Juventus – Torino. Da sempre molto più che una partita. In palio molto più di tre punti. L’onore, l’orgoglio, la passione, i colori, la città, la Mole, gli aneddoti, i Murazzi. C’è tutto in questa gara, che è la stracittadina più antica d’Italia. Il primo incontro risale al 1907 e passò, oltretutto, alla storia anche come la prima partita ufficiale giocata dalla compagine granata. Fu subito rivalità. Il Torino, club nato nel 1906 per effetto della decisione di alcuni tifosi bianconeri dissidenti (tra costoro c’era Alfredo Dick, ex presidente della Juve di quel tempo), rappresentò una sorta di vendetta. Ma la prima grande vendetta, come riportato da numerosi aneddoti, fu nei confronti del dissidente Alfredo Dick che venne chiuso negli spogliatoi.
La forte rivalità dei primi anni venne nel tempo a mancare. Il Torino, però, continuò a rappresentare il proletariato e la Juve la borghesia. Così, le due formazioni incarnarono in pieno le due ‘facce’ del capoluogo di provincia piemontese. Oggi, molte differenze sono rimaste intatte. La rivalità, però, è meno accesa di un tempo dato il dislivello tecnico tra le due squadre. Quest’anno, tuttavia, questa sfida di ritorno si prospetta molto interessante. Il Toro di Ventura viaggia a ritmi alti e sta conducendo un campionato dignitosissimo. La squadra risponde bene, presenta un rendimento sorprendente e i tifosi (malgrado le beghe societarie) sono entusiasti del lavoro del tecnico.
La Juve di Antonio Conte, Llorente, Pogba e Tevez, viaggia verso la conquista dell’ennesimo scudetto. Ma Domenica, alle 18 e 30, sarà tutta un’altra storia. Sarà la “Storia” a parlare.