Un grido disperato quello lanciato da Tonina Pantani, la madre del ciclista Marco Pantani, che vuole riaprire le indagini per chiarire le circostanze della morte di suo figlio, in quel lontano 14 febbraio 2014.
Dopo quasi 10 anni e un caso archiviato come morte per overdose, la famiglia del vincitore del Giro d’Italia e del Tour de France del 1998 chiede che venga fatta luce su quanto accaduto quella notte: Marco Pantani non si sarebbe mai suicidato. Marco Pantani è stato ucciso.
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Sulla morte di Marco ho ancora tanti dubbi, che vorrei fossero chiariti, ha detto Tonina Pantani ai microfoni di Federica Panicucci. Ho letto i faldoni del Tribunale e ci sono scritte cose non vere. Marco non era solo, nel residence di Rimini dove è stato trovato morto: con lui potevano esserci più persone. Ha chiamato i carabinieri, parlando di persone che gli davano fastidio e, dopo un’ora, è stato trovato morto.
Da chi è ancora tutto da scoprire, ma Tonina Pantani è convinta che Marco Pantani non fosse solo quella notte al residence Le Rose di Rimini, ma dà per certa la presenza di altre persone, mandate lì da qualcuno appositamente per togliere di mezzo il grande campione del ciclismo italiano perché, così sostiene la madre, stava parlando troppo e le sue dichiarazioni sul doping stavano mettendo i bastoni tra le ruote a qualche pezzo grosso.
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Marco Pantani è stato più volte accusato di aver fatto uso di doping, Epa nello specifico. Tra le occasione nelle quali il campione avrebbe corso con qualche aiutino ci sarebbero proprio le gare che lo portarono a vincere, nello stesso anno, il Giro d’Italia e il Tour de France. Condannato e poi sempre assolto (per lui è caduta l’accusa per il reato di doping, ma l’accusa di uso di sostanze dopanti è sempre rimasta in piedi), Marco Pantani è caduto sotto il peso di queste accuse.
Se fosse vero ciò che dice la madre, si potrebbe definitivamente riabilitare questa figura che tanto ha dato allo sport italiano.
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