Erano qualche centinaio, questo pomeriggio, i contestatori scesi in piazza Santi Apostoli, a Roma, per chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi. A poche centinaia di metri da Palazzo Grazioli, abitazione privata del premier, hanno manifestato armati di pentole, coperchi e mestoli.
E non solo: anche mostrando dei cartelli con il ritratto di Berlusconi dietro le sbarre o altri con su scritto ‘”Berlusconi indegno” o “Il vostro mito è Ruby, il nostro è Ilda”, “Giù le mani dai pm”. E ancora: “10,100, 1000 Borsellino”, “Dopo Mubarak, Silvio Berlusconi”, “Giù le mani da Napolitano”. Una manifestazione, organizzata dal Popolo Viola, non solo a Roma, ma in altre 29 città italiane e sei estere.
Domani, invece, toccherà alle donne, in 117 città d’Italia, con lo slogan “Se non ora quando?”, la mobilitazione nazionale nata in seguito al caso Ruby e che ha raccolto oltre 50mila adesioni. E ancora, a Milano, davanti al tribunale, con “Vieni anche tu!”, organizzata da Michele Santoro, Barbara Spinelli e Marco Travaglio “in difesa dell’indipendenza della magistratura, della libertà d’espressione e dei valori fondamentali della Costituzione nata dalla Resistenza”.
Serena Marotta
E non solo: anche mostrando dei cartelli con il ritratto di Berlusconi dietro le sbarre o altri con su scritto ‘”Berlusconi indegno” o “Il vostro mito è Ruby, il nostro è Ilda”, “Giù le mani dai pm”. E ancora: “10,100, 1000 Borsellino”, “Dopo Mubarak, Silvio Berlusconi”, “Giù le mani da Napolitano”. Una manifestazione, organizzata dal Popolo Viola, non solo a Roma, ma in altre 29 città italiane e sei estere.
Domani, invece, toccherà alle donne, in 117 città d’Italia, con lo slogan “Se non ora quando?”, la mobilitazione nazionale nata in seguito al caso Ruby e che ha raccolto oltre 50mila adesioni. E ancora, a Milano, davanti al tribunale, con “Vieni anche tu!”, organizzata da Michele Santoro, Barbara Spinelli e Marco Travaglio “in difesa dell’indipendenza della magistratura, della libertà d’espressione e dei valori fondamentali della Costituzione nata dalla Resistenza”.
Serena Marotta