Dopo lo scandalo di Mafia Capitale il governo di Matteo Renzi ha deciso di dare una risposta secca e decisa alla società e alla politica incrementando le pene per chi si macchia di reati quali la corruzione. In fondo Mafia Capitale sta mietendo numerose vittime anche nelle file del PD.
Il piano anticorruzione di Renzi è stato presentato in Consiglio dei Ministri attraverso il disegno di legge firmato dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando. Si tratta di una risposta diretta agli scandali di Mafia Capitale che stanno interessando anche diversi esponenti del centrosinistra. L’obiettivo è quello di aumentare le pene per chi si macchia del reato di corruzione allungando perfino i tempi di prescrizione.
Tutto molto interessante e anche efficace e sintetico se si pensa che questa legge anticorruzione è composta di soli 6 articoli che dovranno essere discussi in Parlamento. Per ora se ne discute in rete grazie alle anticipazioni fornite dal quotidiano Repubblica che spiega come ci sia un aumento delle pene per i reati di prescrizione e un aumento dei termini di prescrizione. In più pare che il patteggiamento sarà ammesso soltanto quando il colpevole restituirà i soldi che ha rubato e sarà ammesso perfino il delitto. I beni del corrotto dovranno essere confiscati.
Un testo che sembra mettere tutti d’accordo, tutti coloro che intendono fare piazza pulita dei ladri e dei corrotti. Invece sembra che il NCD di Alfano sia pronto a dare battaglia al premier sulla riforma anticorruzione.
Entrando un attimo nei dettagli delle pene si scopre che la corruzione in atti d’ufficio sarà punita non più con 6 ma con 10 anni di reclusione, la corruzione giudiziaria, invece, passerà da 6 a 12 anni di reclusione e se dalla corruzione derivasse un’ingiusta condanna si potrebbero sfiorare gli 8-12 anni di reclusione. Per tutti i reati con pene superiori a 5 anni si passerà a condanne per 10-20 anni di galera.