Non sentivamo parlare del Ponte sullo Stretto di Messina da quando il protagonista della politica italiana era Silvio Berlusconi. In fondo, a distanza di anni, i tormentoni non sono cambiati e forse nemmeno la politica o i suoi protagonisti. Matteo Renzi, infatti, ha dichiarato di essere pronto a realizzare questa grande opera.
Perché fare il Ponte? Perché il Jobs Act è fallito! È l’unica risposta plausibile per una scelta così “strana” del governo Renzi. Non è un caso che il premier punti tutto sulla creazione di posti di lavoro, non sull’opportunità e sulla stabilità di questa opera. Forse anche completare la Salerno-Reggio Calabria potrebbe creare posti di lavoro ma il Ponte, non si sa per quale motivo, sembra essere più appetibile. Ecco cosa dichiara il premier per il futuro post ponte:
“Bisogna poi continuare le grandi opere dalla ferrovia Napoli-Bari-Lecce alla Variante di Valico, al Terzo valico tra Liguria e Piemonte. “L’Italia può partire dal made in Italy non solo nella moda, nel fashion, nel design e nell’artigianato, ma anche nell’ingegneria. Abbiamo perso durante la crisi quasi un milione di posti di lavoro, di cui quasi la metà nell’edilizia”.
Il Ponte sullo Stretto di Messina, dice Renzi, può creare “centomila posti di lavoro”. Costituisce il completamento della Napoli-Palermo e servirà a “togliere la Calabria dall’isolamento e far sì che la Sicilia sia più vicina”. Lo ha detto ieri a Milano il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel corso delle celebrazioni per i 110 anni del gruppo Salini-Impregilo.
E ovviamente ci sono anche parole spese per la Salerno-Reggio Calabria:
“La Salerno-Reggio Calabria il 22 dicembre sarà percorribile senza alcun cantiere”, ha poi affermato il premier, aggiungendo: “la mia è una sfida in positivo. Rispetto chi dice che l’Italia è finita, ma penso che il compito di chi fa politica sia di indicare una direzione”.