In tutto il mondo si crea scalpore e il fondatore di Wikileaks ribatte con una mail al giornale liberale Dagens Nyheter e con un tweet: declina tutto e spiega che già da tempo si parla di “trappole”. Poche ore dopo, il cambio di rotta ufficiale via web del procuratore capo Eva Finne: “non ci sono abbastanza indizi” e cadono le accuse.
Julian Assange deve pubblicare la seconda parte dei documenti secretati (quindicimila circa) sulla guerra in Afghanistan, che svelano i truci particolari dei conflitti, ma anche informazioni sensibili: lo aveva confermato nell’ambito del convegno per cui era in Svezia, pochi giorni or sono. Proprio in questo periodo lo si accusava dei crimini verso il gentil sesso.
Il criticato e osannato personaggio è costretto a una vita nomade: per chi non lo sapesse, ha fondato un “wiki” (raccolta di ipertesti; letteralmente in hawaiano: veloce) che divulga informazioni aziendali e militari riservate. E’ un sasso nelle scarpe di molti governi e organizzazioni. Riesce a divulgare le “leaks” (voce gergale del giornalismo: notizie che trapelano; letteralmente: perdite) con i server in paesi con leggi liberali particolari, come Svezia e Belgio.
Infatti il primo dei paesi su citati, è noto anche per aver dato i natali al “Partito Pirata”, completamente ufficializzato in molti paesi occidentali. Questo ha stretto, proprio la settimana passata, un accordo con Assange per dare server e protezione politica al all’aggregatore di “tips” (soffiate). Potrebbe essere anche un’occasione per far crescere consenso elettorale.
A conferma del carattere liberale delle “soffiate” ci sono le dichiarazioni fondanti su wikileaks, quelle dell’hacker che faceva parte degli “Internazionali Sovversivi”: si critica anche l’occidente, ma i bersagli principali sono quelli “oppressivi” orientali.
“Sporchi trucchi” vengono denunciati dall’australiano di mezza età. Non sarebbe la prima volta che accuse infamanti vengono mosse per “tappare la bocca” a giornalisti scomodi. Tristemente memorabile quello che era stato progettato per
Anna Stepanovna Politkovskaja: drogarla, stuprarla e riprenderla per montare scene di sesso estremo con soldati. Un falso dossier piccante è anche quello utilizzato, per ricordare un caso nostrano, per delegittimare Caldoro.
1 commento su “Insufficienza di prove per Assange, il pirata del “tip off””