Nel suo intervento per il 65° anniversario della Liberazione, il Presidente della Repubblica ha affermato che il 25 aprile è la festa della riunificazione dell’Italia, non solo della Liberazione e che solo celebrando questa data nel suo profondo significato nazionale si può stabilire un ponte ideale con il prossimo centocinquantesimo anniversario della nascita dello Stato unitario.
Asserisce inoltre che l’unità conquistata 150 anni fa “rappresenta una conquista e un ancoraggio irrinunciabile”, non può essere oggetto di irrisione, né considerarsi un mito obsoleto.
Napolitano ha citato un brano del discorso pronunciato da Silvio Berlusconi lo scorso 25 aprile a Onna, in Abruzzo; ha ricordato, con la voce tremante di commozione, l’ex presidente partigiano Sandro Pertini a vent’anni dalla sua scomparsa e il valore della Resistenza, della consapevolezza storica della sua eredità.
Il Presidente della Repubblica ha parlato anche dell’esigenza in Italia della crezione di un “nuovo clima” che può essere ottenuto grazie ai cittadini e al diffondersi tra gli italiani di un più forte senso dell’identità e unità nazionale.
E’ importante, secondo il Capo dello Stato, che si concepisca la celebrazione di anniversari come quello del 25 aprile al di là delle polemiche e delle quotidiane controversie che segnano in genere la politica e che si esca da queste contrapposizioni per convergere sul reale interesse del Paese.