Tassa licenziamento troppo alta

Consulenti del lavoro in rivolta a causa del peso eccessivo della tassa licenziamento introdotta dall’ultima riforma del mercato del lavoro del ministro Fornero. Infatti la tassa sul licenziamento si trasforma grazie all’Inps in un’ulteriore forma di tassa per le imprese italiane, andando ad incentivare in questo modo il lavoro nero.

Attraverso un comunicato stampa i consulenti hanno dichiarato tutta la loro avversità a questa tassa, che pone le aziende in una posizione sempre più delicata: “Il ticket licenziamento viene trasformato dall’Inps in un’ulteriore forma di tassa per le imprese italiane” si legge nel comunicato.

Prima di tutto alcuni dati: l’Inps in pratica andrà a sottrarre alle aziende circa 225 milioni di euro per il 2013  alper effetto di una interpretazione (alquanto forzata) sul ticket licenziamento, con il risultato che quest’anno saranno circa 643.000 i lavoratori a rischio licenziamento.

La Fondazione studi dei consulenti sostiene che per opera del’introduzione della tassa sul licenziamento, circa 372.000 perderanno il posto di lavoro a seguito di provvedimento di licenziamento per esaurimento degli ammortizzatori sociali; altri 18.000 a causa dei nuovi provvedimenti di licenziamento diretti ed infine circa 153mila lavoratori a seguito di risoluzioni consensuali.

Sempre la Fondazione ha catalogato i lavoratori per tipologia di recesso e per data di instaurazione del rapporto ed è emerso che: 372 mila lavoratori su 643 mila hanno una anzianità media aziendale pari a 32 mesi, 118 mila circa 21 mesi, mentre gli altri lavoratori un’anzianità aziendale pari a dieci mesi.

Inoltre le aziende dovranno versare un contributo per il licenziamento pari a quasi 225 milioni di euro l’anno in più rispetto a quanto stabilito dalla legge.

 

 

 

 

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