Brutto periodo per i dipendenti pubblici. Il Governo ha infatti confermato il blocco dei contratti e lo stop dell’indennità di vacanza contrattuale dal 2010 al 2014.
Questo è quanto deciso dalla legge di stabilità 2013, adottata dal Consiglio dei Ministri, che prevede il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego fino al 2014 e l’indennità di vacanza verrà corrisposta a decorrere dal 2015.
Secondo i calcoli della Fp-Cgil, il blocco del recupero dell’inflazione fino al 2014 farà scemare 240 euro al mese di potere d’acquisto. Quindi tra il 2010 e il 2014 i dipendenti pubblici perderanno oltre sei mila euro complessivi di salario.
I dipendenti dei ministeri si troveranno busta paga 210 euro in meno, i lavoratori delle agenzie fiscali 270 euro, quelli degli enti pubblici (Inps e Inail) 290 euro, i dipendenti delle Regioni e delle autonomie locali 215 euro mentre quelli del servizio sanitario nazionale 230 euro.
Tutto dipende dai contratti dei dipendenti pubblici scaduti a fine 2009 e con la conferma del blocco delle retribuzioni per i prossimi due anni e come sottolinea il segretario della Fp-Cgil Rossana Dettori, «alla fine del 2014 mancheranno all’appello almeno 10 punti di potere d’acquisto, perdendo circa 240 euro lordi in busta paga», che peseranno sulle future pensioni e anche sul Tfr.
Vincenzo Di Biasi, responsabile dell’ufficio studi di Fp Cgil, ha dichiarato che i dipendenti pubblici perderanno 8 mila euro nei prossimi cinque anni a causa di tre fattori: il blocco dei contratti dal 2010 al 2014, lo stop alla indennità di vacanza contrattuale e l’aumento dell’inflazione.
Mentre il Governo da una parte riduce l’Irpef, dall’altro quindi toglie ai dipendenti pubblici il potere d’acquisto; gli unici che ci guadagnano da questa situazione sono i lavoratori autonomi che godranno della riduzione dell’aliquota.