I primi 55mila esodati potranno presentare richiesta di pensione entro il prossimo 21 maggio. La domanda va inoltrata alle Direzioni territoriali del lavoro competenti in base alla residenza dei lavoratori cessati.
Per quei lavoratori il cui rapporto di lavoro si sia risolto in ragione di accordi individuali o in applicazione di accordi collettivi di incentivo all’esodo, le istanze di accesso al beneficio della salvaguardia, devono essere presentate entro il 21 maggio 2013, dopo la pubblicazione esattamente due mesi fa del decreto interministeriale.
Ogni istanza viene poi esaminata da delle Commissioni composte da due funzionari: un Presidente e un funzionario dell’Inps, designato dal Direttore provinciale della Sede di appartenenza. Gli esodati ottengono la pensione se la richiesta viene accolta, e poi la comunicazione passa all’Inps per via telematica. Mentre se la domanda viene rigettata, il contribuente può presentare un riesame entro 30 giorni dalla data di ricevimento dello stesso.
Gli esodati vengono divisi in quatto categorie:
– i primi 40mila sono persone che hanno firmato un accordo per ottenere la mobilità o la cassa integrazione straordinaria entro la fine del 2011 anche se, alla data del 4 dicembre l’ammortizzatore sociale non era stato ancora attivato;
– 7.400 lavoratori che, entro il 4 dicembre, hanno ricevuto l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria dei contributi e che maturano il diritto al pensionamento entro il 31 dicembre 2014
– 1.600 esodati a carico dei Fondi di Solidarietà
– Altri 6mila lavoratori che hanno firmato degli accordi collettivi o individuali per mettersi in mobilità secondo le disposizioni della legge n. 14 del 2012.
Ancora viva comunque la polemica tra l’Inps e il Governo: secondo l’Istituto ci sarebbero infatti altri 150 mila esodati, mentre il Ministero del Lavoro controbatte che “è una fonte Inps, dovete chiedere a loro visto che ci sono conti dei quali il ministro ancora una volta non viene informato”.