Una direttiva europea ha posto nei mesi scorsi particolare attenzione alla fattura elettronica che potrebbe contribuire a ridurre i costi delle imprese e a eliminare diversi ostacoli anche per il cittadino.
Recentemente il Consiglio di Stato ha dato il via libera per attuare questo decreto in tema di fatturazione elettronica: le pubbliche amministrazioni dunque non dovranno più accettare le fatture emesse o trasmesse in forma cartacea.
Di conseguenza, imprese e fornitori privati dovranno adeguarsi alla nuova normativa, con l’acquisto di nuove infrastrutture informatiche, sistemi contabili, riorganizzando praticamente l’intero ciclo di fatturazione.
L’entrata in vigore sarà graduale: dodici mesi per ministeri, enti nazionali di previdenza e assistenza sociale e agenzie fiscali; ventiquattro mesi per le altre amministrazioni nell’elenco Istat.
Solo con la fatturazione elettronica si otterrà un risparmio pari a 1 miliardo di euro per la PA e 1 miliardo di euro per i fornitori della PA, e altri 3 miliardi se questo obbligo si diffondesse nel 20 per cento dei rapporti tra imprese.
Era una novità tanto attesa, che permetterà l’alleggerimento dell’intero apparato burocratico. Si ipotizza infatti che, tramite un processo di rinnovamento digitale complessivo della PA (e-procurement, fatturazione elettronica, pagamenti elettronici, dematerializzazione e innovazione digitale nei processi della PA/eGovernment e pagamenti elettronici nel retail consumer) si otterrà un risparmio di circa 20 miliardi di euro e ulteriori 5 miliardi di entrate per la Pubblica Amministrazione nei prossimi 3 anni.