La compagnia di bandiera italiana Alitalia ha annunciato che 690 lavoratori rimarranno fuori in piani di ristrutturazione a causa dei debiti delle compagnie aeree. Il piano industriale permetterà un risparmio di circa 30 milioni di euro, stando a quanto ha dichiarato Alitalia.
Il sindacato della compagnia aerea ha detto che i licenziamenti riguarderanno 300 assistenti di volo, 300 del personale di terra e 90 addetti alla manutenzione. Gli incontri con il management della linea aerea sono in programma di continuare per tutta la giornata di martedì.
Nel luglio scorso, l’amministratore delegato dell’azienda Andrea Ragnetti ha dichiarato “Il peggio è passato, ma molti sacrifici sono ancora necessari e dobbiamo rimanere uniti e determinati. Il 2013 dovrebbe essere l’anno in cui Alitalia tornerà alla redditività operativa dopo più di 20 anni di perdite”.
I sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl hanno rifiutato l’invito a partecipare all’assemblea che illustrava il nuovo piano della compagnia aerea. Anche il capogruppo del PD in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta, tuona contro l’allora decisione della privatizzazione, voluta dal Governo Berlusconi: “ancora oggi ci troviamo a fare i conti con una compagnia in grave difficoltà, e migliaia di lavoratori sull’orlo del baratro”, ha dichiarato.
Alitalia, in precedenza di proprietà del governo italiano, è stata venduta ad un consorzio di investitori privati, tra cui la famiglia Benetton, Air France, la banca Intesa Sanpaolo e al presidente di Piaggio Roberto Colaninno (che è anche presidente della società CAI) nel 2008.
Come parte della vendita, gli acquirenti comprarono anche la compagnia aerea indipendente Air One, fusa nella “nuova” Alitalia. Sotto la proprietà statale, Alitalia aveva collezionato miliardi di euro di perdite, nonostante i vari sforzi di ristrutturazione.
I ripetuti tentativi di trovare proprietari privati per la compagnia aerea non andarono a buon fine.