L’Italia prevede di emettere a favore delle piccole imprese tra i 10 e i 12 miliardi di euro di obbligazioni societarie nei prossimi 18 mesi, per aiutarle a far fronte ai prestiti delle banche.
Un decreto approvato dal governo nel mese di ottobre ha introdotto degli incentivi fiscali denominati “mini-bond “. Si tratta di titoli pensati per garantire un canale di finanziamento alternativo a quello bancario per medie imprese italiane e che permettono l’allineamento del regime fiscale delle obbligazioni emesse da società non quotate.
L’emissione di Guala Closures e’ la prima diretta da parte di una società italiana non quotata, sulla base della nuova normativa sui minibond contenuto nel decreto sviluppo convertito in legge in agosto. L’azienda piemontese, che per il 2012 ha un obiettivo di vendite di 500 milioni di tappi, era già intervenuta sul mercato del debito a luglio con un’emissione high yield da 200 milioni di euro.
Stefano Firpo, consigliere del Ministro dell’Industria Corrado Passera che ha contribuito a redigere il decreto, ha stimato che circa 600 aziende potrebbero beneficiare delle agevolazioni fiscali e del rilascio dei 10-12 miliardi di euro nei prossimi 18 mesi.
“Per ora il nostro obiettivo sono sicuramente le medie imprese. Ma se i primi mesi saranno positivi, il mercato potrebbe aprirsi anche per le piccole imprese”, ha dichiarato Firpo.
La normativa prevede la deducibilità degli interessi e delle spese di emissione e, se il titolo emesso viene quotato, la possibilità di avvalersi dell’esenzione della ritenuta sugli interessi corrisposti sulle obbligazioni e ha lo scopo di fornire alle piccole imprese una fonte alternativa di finanziamento.
L’azienda tipo interessata a questo tipo di emissioni è una realtà con 50-100 milioni di Ebitda, e per effettuare un’emissione, «occorre un processo di due diligence pesante: un’emissione di 150-200 milioni la può sostenere solo un’azienda che abbia un’Ebitda di non meno di 50-100 milioni», ha riferito un banchiere della Borsa di Milano.