“Lettera aperta di una laureata “inutile” al ministro Gelmini”, è questo il titolo scelto da Simona Melani, laureata in Scienze della Comunicazione, in una lettera-denuncia pubblicata sulla sua bacheca di Facebook all’indomani della trasmissione “Ballarò”, dopo le parole pronunciate dal ministro all’Istruzione, Mariastella Gelmini, ospite della trasmissione. Parole che “sono state come un colpo di pistola”: “Abolire le lauree inutili in Scienze della Comunicazione” – così ha detto il ministro.
Ecco parte del testo scritto da Simona, 25 anni, di Sciacca: “Ho risposto sempre con il sorriso sulle labbra a chi dubitava dell’utilità dei miei studi. Ho risposto lavorando di giorno e studiando di notte, ho risposto trovando sempre degli ottimi lavori, senza raccomandazione e nei quali ho messo a frutto i miei studi” – scrive Simona -. Poi continua con una riflessione sulla professione: “Sono inutili anche tutti quei comunicatori, esperti di immagine creativi – e chi più ne ha più ne metta – che in questi anni non solo hanno permesso l’aumento esponenziale dl fatturato delle aziende del Presidente del consiglio, ma che lo hanno anche supportato nella sua discesa in campo e che studiano le sue mosse e quelle del suo partito”.
E prosegue: “Le sue parole a Ballarò, poche e passate forse in sordina ai più, ‘abolire le lauree inutili in Scienze della Comunicazione’ sono state come un colpo di pistola. Se lo dice il ministro, mi sono detta, sarà vero. Io mi fido delle istituzioni, sa?”.
Poi la denuncia: “E allora come mai permettete il proliferare di università private che chiedono 30.000 euro per un master in comunicazione? O è truffa o è circonvenzione d’incapace. In entrambi i casi, un reato. Ho frequentato l’università pubblica, il mio corso di laurea è stato autorizzato dal ministero da lei presieduto. Quindi io sono stata truffata dallo Stato. E pretendo un risarcimento”. La giovane laureata fa il calcolo delle spese sostenute in questi anni per completare il suo percorso di studi: “Ho fatto un breve calcolo: 5 anni di tasse, di affitto – sono una fuorisede – di libri, di abbonamento ai trasporti, bollette e spese varie fanno circa 10.000 euro. Se a questo ci aggiungiamo il danno biologico – studiando la notte e lavorando di giorno, il mio fisico ne ha risentito – e i danni morali e materiali arriviamo a 20 mila euro. Che ho intenzione di chiedere all’Università di Palermo e al Minstero dell’Istruzione. Io in cambio chiedo l’annullamento della mia laurea e mi impegno a reinvestire i soldi del risarcimento in una bella laurea in giurisprudenza. E in un biglietto A/R per Reggio Calabria. Sa com’è… per l’abilitazione. Sono certa che, nell’eventuale causa, Lei mi fornirà tutto il supporto e l’appoggio possibili. Cordialmente, Simona Melani”. La lettera di Melani ha subito trovato il sostegno sul web, tra i numerosi commenti di chi la definisce “genio” e chi, come lei, ha una laurea “inutile”.
Serena Marotta
Ecco parte del testo scritto da Simona, 25 anni, di Sciacca: “Ho risposto sempre con il sorriso sulle labbra a chi dubitava dell’utilità dei miei studi. Ho risposto lavorando di giorno e studiando di notte, ho risposto trovando sempre degli ottimi lavori, senza raccomandazione e nei quali ho messo a frutto i miei studi” – scrive Simona -. Poi continua con una riflessione sulla professione: “Sono inutili anche tutti quei comunicatori, esperti di immagine creativi – e chi più ne ha più ne metta – che in questi anni non solo hanno permesso l’aumento esponenziale dl fatturato delle aziende del Presidente del consiglio, ma che lo hanno anche supportato nella sua discesa in campo e che studiano le sue mosse e quelle del suo partito”.
E prosegue: “Le sue parole a Ballarò, poche e passate forse in sordina ai più, ‘abolire le lauree inutili in Scienze della Comunicazione’ sono state come un colpo di pistola. Se lo dice il ministro, mi sono detta, sarà vero. Io mi fido delle istituzioni, sa?”.
Poi la denuncia: “E allora come mai permettete il proliferare di università private che chiedono 30.000 euro per un master in comunicazione? O è truffa o è circonvenzione d’incapace. In entrambi i casi, un reato. Ho frequentato l’università pubblica, il mio corso di laurea è stato autorizzato dal ministero da lei presieduto. Quindi io sono stata truffata dallo Stato. E pretendo un risarcimento”. La giovane laureata fa il calcolo delle spese sostenute in questi anni per completare il suo percorso di studi: “Ho fatto un breve calcolo: 5 anni di tasse, di affitto – sono una fuorisede – di libri, di abbonamento ai trasporti, bollette e spese varie fanno circa 10.000 euro. Se a questo ci aggiungiamo il danno biologico – studiando la notte e lavorando di giorno, il mio fisico ne ha risentito – e i danni morali e materiali arriviamo a 20 mila euro. Che ho intenzione di chiedere all’Università di Palermo e al Minstero dell’Istruzione. Io in cambio chiedo l’annullamento della mia laurea e mi impegno a reinvestire i soldi del risarcimento in una bella laurea in giurisprudenza. E in un biglietto A/R per Reggio Calabria. Sa com’è… per l’abilitazione. Sono certa che, nell’eventuale causa, Lei mi fornirà tutto il supporto e l’appoggio possibili. Cordialmente, Simona Melani”. La lettera di Melani ha subito trovato il sostegno sul web, tra i numerosi commenti di chi la definisce “genio” e chi, come lei, ha una laurea “inutile”.
Serena Marotta