Secondo quanto emerso dal rapporto del Censis presentato oggi, le imprese femminili reggono meglio alla crisi rispetto a quelle gestite dagli uomini..
A settembre 2012 si sono ridotte appena di 593 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte di una diminuzione di oltre 29.000 imprese guidate da uomini. Le imprese cooperative sono cresciute del 14% tra il 2001 e il 2012, attestandosi a poco più di 79.900 unità e in grado di generare occupazione.
Tra i segmenti emergenti c’è anche il sistema della media impresa, il settore delle Ict, in particolare delle applicazioni Internet e le green technologies, con circa il 27% delle imprese industriali che ha effettuato investimenti in questo comparto, considerando che sempre più risorse vengono investite nel cloud computing per far rilanciare le aziende.
Da sottolineare anche il riorientamento dei giovani verso percorsi di formazione tecnico-professionale dalle prospettive di inserimento lavorativo più certe, l’espansione della distribuzione organizzata e delle attività di commercio via web, l’aumento delle quote di mercato dell’Italia nelle aree emergenti del mondo grazie, nonostante le esportazioni in calo in Italia.
Secondo il Censis, le imprese sono state brave a valorizzare ciò che resta di funzionante del nostro tradizionale modello di sviluppo, vale a dire il valore dell’impegno personale, la funzione suppletiva della famiglia, la solidarietà diffusa e l’associazionismo, la valorizzazione del territorio. Si sono moltiplicati anche i format di vendita, con la forte crescita degli acquisti online, la diffusione di siti web con offerte low cost e di gruppi di acquisto solidale, la proliferazione delle connessioni mobili, l’esplosione dei social network, grazie ai quali diventano centrali la trascrizione virtuale e la condivisione telematica delle biografie personali.
Il Rapporto Censis interpreta i più significativi fenomeni socio-economici del Paese, individuando i reali processi di trasformazione della società italiani, i temi di maggiore interesse emersi nel corso dell’anno, ed infine le analisi per settori: la formazione, il lavoro, il welfare e la sanità, il territorio e le reti, i soggetti e i processi economici, i media e la comunicazione, il governo pubblico, la sicurezza e la cittadinanza.