Quello che si protrae ormai da anni e anni è un vero e proprio contenzioso che necessita di essere disciplinato e che sta interessando migliaia di inquilini che lamentano i danni di una situazione mal gestita dall’Inps in relazione alla abitazione che gli spetta.
In particolar modo si tratta di anziani e pensionati, che a distanza di circa 20 anni (18 per l’esattezza), non hanno ancora avuto la possibilità di comprare la casa in cui vivono da decenni. Tutta colpa di un iter andato avanti in maniera pessima a partire dal 1996, anno in cui le dimissioni degli Enti Previdenziali pubblici vennero avviate.
Numerosi sono gli esperti che si stanno occupando di sbrogliare il bandolo della matassa e fare chiarezza. Mario Milone, revisore dei conti e commercialista specializzato in dimissioni del patrimonio di immobili pubblici, ha assunto la guida di coordinatore degli inquilini che reclamano l’acquisto degli immobili ‘di pregio’.
La situazione, giorno dopo giorno, si fa sempre più pesante. Già, perché gli anziani e gli ex dipendenti degli enti previdenziali (che risiedono sovente negli stessi stabili o in quelli appartenenti ad altri enti) interessati dall’iter di dismissione sono migliaia e migliaia. Vari tentativi di cartolarizzazione sono andati in fumo e pesa sull’Inps una cattiva condotta dovuta alla decisione di voler istituire un fondo privato (l’InvImIt) contravvenendo di fatto alle decisioni governative.
Ora, le richieste dei cittadini sono:
– Quanto tempo occorre affinché gli immobili residenziali di proprietà di Inps e Inail vengano offerti agli inquilini per la vendita?
– Il prezzo di vendita sarà riferito ai valori correnti di mercato o al 2001 (anno in cui gli inquilini manifestarono la volontà di acquisto entro il 31 ottobre come stabilito dalla legge)?
– Cosa ne sarà degli immobili di pregio? Le condizioni di acquisto saranno uniformate a tutti gli inquilini? Vi saranno disparità?