La Camera di commercio di Roma e l’Associazione generale delle cooperative italiane (AGCI) del Lazio sono artefici dell’iniziativa, partita il 28 gennaio del 2012, dei corsi di alfabetizzazione all’impresa. Si tratta di lezioni della durata di cinque giorni durante le quali si insegna a chi è venuto in Italia a come avviare e gestire un’impresa e quali sono i finanziamenti pubblici possibili. L’AGCI, nata a Roma nell’ottobre 1952, è una delle tre maggiori Associazioni Nazionali di rappresentanza, asssistenza, tutela e revisione del Movimento cooperativo senza fini di lucro.
Gabriele Nardini, responsabile della formazione per l’AGCI Lazio, ha dichiarato che nel febbraio del 2012, è stata lanciata questa iniziativa riservata agli immigrati, viste le difficoltà che incontrano appena arrivati in un nuovo paese (pensate ad esempio alle regole fiscali così complicate anche per gli italiani, ma anche perché, come è stato rilevato, sono persone più dinamiche rispetto agli italiani nell’avvio di un’impresa. Gli italiani sono infatti abituati a una vita “più sicura, tendono poco a rischiare; sono convinti che il lavoro si possa trovare tramite conoscenze, mentre gli immigrati sanno che devono contare solo sulle loro forze, anche se c’è da considerare il fatto che la pressione burocratica schiacchia le imprese”.
Tra il 2010 e 2011 in Italia sono state create circa 20mila nuove imprese gestite da immigrati extra-comunitari, contribuendo con 6,2 miliardi di tasse pagate. La Regione più “attiva” è il Lazio, che ha visto un incremento del + 10,8 per cento tra un anno e l’altro, seguita da Puglia, Campania, Liguria e Lombardia. Sempre Nardini evidenzia che diversi immigrati, dopo aver frequentato questi hanno poi aperto imprese di pulizie, negozi di fiori e rivendite di prodotti biologici.