Nessuna “tassa” per il licenziamento di colf e badanti impiegate dalle famiglie. Ad assicurarlo è stato il ministero del Lavoro.
Non si dovrà più pagare la tassa di circa 1500 euro in caso di licenziamento della badante o della colf: la conferma arriva dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali dopo le numerose lamentele giunte nei giorni scorsi riguardo questa sanzione, prevista inizialmente dalla legge di riforma del mercato del lavoro del ministro Elsa Fornero.
La tassa nasce come contributo per finanziare l’Aspi, la quale prevede l’obbligo per idatori di lavoro di pagare 473 euro all’anno, fino a un massimo di 1.450 euro, nel caso di licenziamento del dipendente. Ma la particolarità della legge risiede nel fatto che essa non distingue i datori di lavoro dagli anziani che assumono la badante, e quindi il licenziamento della colf sarebbe costato 1.450 euro.
L’associazione Assindatcolf è stata la prima a sollevare il problema dichiarando che «dal 1° gennaio 2013 il datore di lavoro domestico è sottoposto al finanziamento della nuova indennità di disoccupazione Aspi e mini-Aspi, in tutti i casi di interruzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, indipendenti dalla volontà del lavoratore». Ora il segretario generale della Cisl pensionati, Gigi Bonfanti ha annunciato l’esclusione dall’indennità di licenziamento per colf e badanti, confermando che è in corso la modifica della norma contenuta nella legge, che riguarderà quindi solo le imprese.
L’incontro tra la Federazione italiana datori di lavoro domestico e il ministro del Lavoro si è risolto dunque nel migliore dei modi, anche se non si è discusso dei contributi per colf e badanti. Teresa Benvenuto, segretario nazionale di Assindatcolf, dichiara: “confidiamo che sia questa la strada scelta, ma attendiamo un comunicato ufficiale”.