I giovani sono scesi in piazza per un conflitto che prima di tutto appare generazionale. Sono scesi in piazza ad Hong Kong e in Messico anche se nello stato centroamericano le cose sono andate molto peggio che in Cina.
In Messico la protesta è sfociata nel sangue ed ora ci sono anche molti dispersi oltre ai morti legati agli scontri tra i manifestanti e la polizia. Le forze dell’ordine hanno avuto filo da torcere anche in piazza ad Hong Kong dove si sono riuniti moltissimi studenti per chiedere l’avvio della democrazia nel paese. Il governo cinese, però, ha catalogato queste proteste come atti di disobbedienza civile.
La protesta di Hong Kong è immediatamente balzata sulle prime pagine dei giornali quando la polizia cinese, contro i manifestanti, ha usato sia i lacrimogeni, sia i proiettili di gomma. E le richieste sono “soltanto” quelle di avere maggiore democrazia. Il corte è andato dov’era la barriera degli agenti e lì è nato lo scontro.
Il movimento che ha organizzato la protesta si chiama Occupy Central with Love and Peace e si è mosso prima che si potesse dare inizio ai festeggiamenti per il 65esimo anniversario della fondazione della Repubblica Popolare cinese. La manifestazione è diventata ancora più dura quando si è sparsa la notizia dell’arresto di Joshua Wong, il ragazzo di 17 anni leader della protesta. Joshua Wong è stato rilasciato 40 ore dopo ma ha ribadito che è importante l’idea per la quale ci si batte, più dell’identificazione con quello che tutti additano come eroe.
Joshua Wong tra l’altro non è sconosciuto alla classe politica di Hong Kong visto che due anni aveva organizzato un’altra protesta contro un programma di indottrinamento scolastico ritenuto nocivo per lo spirito democratico. All’epoca aveva mobilitato 120 mila studenti. Qualcuno vicino alla Repubblica Popolare Cinese dice che è sostenuto e finanziato dall’Occidente ma chi conosce i trascorsi politici della sua famiglia sa che si tratta soltanto di un raro esempio di coscienza civica e cittadinanza attiva.