Già in passato, con i disastri ecologici provocati dalla petroliera Exxon Valdez e la petroliera Erika, i dissolventi chimici erano stati al centro di polemiche, non riuscendo ancora oggi a fare un bilancio dei benefici o dei danni ambientali.
Centinaia di migliaia di litri del disperdente che avrebbero il compito di sciogliere, evaporare e disperdere parte del petrolio prima che raggiunga, dopo aver già sottratto la luce agli organismi marini, le coste americane i fondali e il delta del Mississippi.
Questa composizione, che dovrebbe separare l’olio dall’acqua, è sotto analisi da diversi giorni per verificarne la tossicità. Se da una parte non se ne conosce l’esatta composizione chimica, perché protetta da un brevetto commerciale, dall’altra uno degli agenti chiamato COREXIT 9500 è identificato come sostanza moderatamente dannosa per la salute umana in caso di esposizione prolungata, provocando irritazioni agli occhi, alla pelle e alle vie respiratorie, pur non contenendo sostanze cancerogene.
Sono già pronti nove mila ettolitri di questa sostanza ma ancora non si ha una stima ben precisa di quanti siano necessari per il completamento della bonifica, poiché ancora non si è riuscita a otturare completamente la falla.
Le prove fatte fino ad ora sembrano promettenti nell’immediato al meno per quanto riguarda gli animali ma le ripercussioni future sono ancora un’incognita.
Gianluca Visconti