Tank, bombe, sangue. Dopo Zawiyra, Gheddafi si prende Misurata, dove ieri ci sono stati almeno 18 morti, e avanza verso Est. Stamattina ci sono stati nuovi raid aerei da parte del regime libico a Ran Lanuf, almeno 12 i morti e una cinquantina i feriti, dove gli insorti hanno tentato di rispondere con una contraerea.
“Simili attacchi generalizzati e sistematici contro la popolazione civile potrebbero essere considerate crimini contro l’umanità: se Gheddafi e i suoi militari continueranno ad attaccare la popolazione in modo sistematico, non posso pensare che la comunità internazionale e l’Onu resteranno a guardare”. Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, sottolineando più volte che l’Alleanza “non ha alcuna intenzione di intervenire” senza un chiaro mandato dell’Onu. Per il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, un attacco militare occidentale in Libia sarebbe un “errore molto grave”, mentre è più cauto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che in mattinata ha fatto sapere che in caso di operazioni belliche o della costituzione di una no-fly-zone l’Italia non potrebbe negare l’uso delle proprie basi militari.
Intanto, secondo fonti della stampa araba, il colonnello Gheddafi starebbe trattando con il Consiglio nazionale ribelle il proprio esilio, insieme all’immunità per la sua famiglia, in cambio della resa.
Serena Marotta
“Simili attacchi generalizzati e sistematici contro la popolazione civile potrebbero essere considerate crimini contro l’umanità: se Gheddafi e i suoi militari continueranno ad attaccare la popolazione in modo sistematico, non posso pensare che la comunità internazionale e l’Onu resteranno a guardare”. Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, sottolineando più volte che l’Alleanza “non ha alcuna intenzione di intervenire” senza un chiaro mandato dell’Onu. Per il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, un attacco militare occidentale in Libia sarebbe un “errore molto grave”, mentre è più cauto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che in mattinata ha fatto sapere che in caso di operazioni belliche o della costituzione di una no-fly-zone l’Italia non potrebbe negare l’uso delle proprie basi militari.
Intanto, secondo fonti della stampa araba, il colonnello Gheddafi starebbe trattando con il Consiglio nazionale ribelle il proprio esilio, insieme all’immunità per la sua famiglia, in cambio della resa.
Serena Marotta
1 commento su “Libia, stop della Nato a Gheddafi”