Mustapha Abdeljalil (in foto) , ex ministro della giustizia e attuale vertice del governo provvisorio dei ribelli libici, ha dato un ultimatum a Gheddafi, dopo le notizie e le smentite su trattative per la resa: se il “colonnello” andrà in esilio nelle prossime 72 ore sarà evitato il processo per i suoi crimini. La decisione è maturata per “evitare ulteriori spargimenti di sangue”, infatti inizialmente i ribelli non avevano accettato nessun margine di mediazione.
Il governo libico smentisce categoricamente ogni ipotesi di trattative, ma Abdeljalil spiega che, anche se non direttamente con Gheddafi, le mediazioni ci sono e non con un emissario del “raiz” ma con avvocati di Tripoli. Intanto gli attacchi aerei alla popolazione continuano e lo spargimento di sangue non si arresta, per questo i paesi Nato vogliono procedere con la “No fly zone”. A dare l’autorizzazione a questo tipo di intervento militare sarà l’Onu. In questi giorni c’è anche l’ipotesi, da parte degli Stati Uniti, di aiutare con armamenti i ribelli, rappresentati dal “Consiglio Provvisorio” di 31 membri: l’attenzione è massima perché queste “offerte” ambigue da parte del governo libico potrebbero essere una strategia per prendere tempo.
Secondo il “Washington Post” ci sarebbero componenti del governo libico “riformiste” che remano contro il colonnello e preparano già il “post-Gheddafi”.
Il governo libico smentisce categoricamente ogni ipotesi di trattative, ma Abdeljalil spiega che, anche se non direttamente con Gheddafi, le mediazioni ci sono e non con un emissario del “raiz” ma con avvocati di Tripoli. Intanto gli attacchi aerei alla popolazione continuano e lo spargimento di sangue non si arresta, per questo i paesi Nato vogliono procedere con la “No fly zone”. A dare l’autorizzazione a questo tipo di intervento militare sarà l’Onu. In questi giorni c’è anche l’ipotesi, da parte degli Stati Uniti, di aiutare con armamenti i ribelli, rappresentati dal “Consiglio Provvisorio” di 31 membri: l’attenzione è massima perché queste “offerte” ambigue da parte del governo libico potrebbero essere una strategia per prendere tempo.
Secondo il “Washington Post” ci sarebbero componenti del governo libico “riformiste” che remano contro il colonnello e preparano già il “post-Gheddafi”.