Il livello di sicurezza non sarebbe stato adeguato secondo chi rappresenta l’Onu in Afghanistan: Stefan De Mistura, diplomatico mezzo italiano e mezzo svedese, denuncia anche un comportamento anomalo dei talebani:
non avrebbero disturbato alcuni distretti elettorali, come quello nella zona di Kandahar, mentre si sarebbero accaniti con altri. Come avviene per il traffico di stupefacenti, ci sarebbero state delle “trattative” con autorità per avallare solo le candidature a loro gradite.
ANCORA ATTACCHI NELLA ZONA DI COMPETENZA ITALIANA
Il totale delle vittime del confronto elettorale si aggira, almeno, sulle cinquanta persone morte e centotrenta feriti.
Gli organismi preposti hanno denunciato brogli e diversi tipi di illegalità. Oltre agli indegni attacchi a civili che andavano a votare, i Talebani si sono concentrati su alcune postazioni militari di controllo italiane: nessuno dei militari della penisola ha subito danni, nonostante razzi e colpi di AK-47. Nella zona sei civili sono morti esplosi su un autobus.
LA VIGILIA INFUOCATA E LA MORTE DEL SOLDATO ITALIANO
I talebani hanno rivendicato di “aver tenuto il paese sotto assedio“.
Lo si capiva già dalla vigilia, quando nello Shindad , nella zona occidentale affidata al nostro esercito, un automezzo che trasporta schede elettorali è vittima di un’esplosione: rimangono feriti il conducente e due passanti. Un’operazione dell’ISAF riuscirà comunque a portare a destinazione il carico elettorale. Nel pomeriggio ancora un attentato con una ciclobomba in un mercato di Herat.
OPERAZIONI NON CONVENZIONALI
De soldati italiani sono stati feriti la mattina del 17 durante un’operazione a Farah. Lo stato maggiore della difesa comunica, nel pomeriggio del giorno stesso, che uno di loro, con una prognosi più grave, è morto: è il tenente Alessandro Romani, romano di trentasei anni. Insieme al collega, Elio Domenico Rapisarda, era ricoverato all’ospedale di Rafah. Fanno parte di un reggimento livornese, il “Col Moschin”.
Il nono reggimento di paracadutisti è l’unico, italiano, autorizzato a “operazioni non convenzionali”. In Afghanistan effettuano soprattutto blitz per scovare terroristi. Arrivano da anni di addestramenti e specializzazioni e sono dotati di un armamento ampio e tecnologico. Nonostante questo, molti di questi soldati “ghost”, vengono annientati da ordigni e trabocchetti rudimentali. Per esempio, una bomba innescata con una miccia sfugge agli “occhi” dei radar, a differenza di una azionata con un segnale elettromagnetico. Questi sono i paradossi della guerra “asimmetrica”: un conflitto in cui c’è un divario tecnologico notevole, ma l’esito non è per nulla scontato.
LA MISSIONE DEI DUE INCURSORI
Un aereo, con un sistema di guida senza pilota, nota dall’alto circa quattro miliziani che piazzano una bomba in una strada nella circoscrizione di Bakwa, vicino Farah. Il “lavoro sporco” per stanarli compete al reparto speciale, che risponde al comando dell’Isaf e non dell’esercito italiano. Il primo caporal maggiore e il tenente del “nono”, scortati e trasportati con tre elicotteri partiti da Herat, sono arrivati al nascondiglio dei terroristi: lì sono stati bersagliati da proiettili di kalashnikov. Le corazze dei due paracadutisti non bastano per quelle pallottole, sparate da un’arma tanto semplice quanto brutale. Salgono a sei i militari deceduti in una giornata dell’International Security Assistance Force .
PERCHE’ SI E’ VOTATO?
Si è votato per scegliere 250 parlamentari tra i 2500 candidati. Due che aspiravano all’elezione sono stati rapiti proprio il 17 (uno nella zona controllata dagli italiani): sono solo gli ennesimi esempi del violento boicottaggio che viene perpetrato da terroristi e narcotrafficanti, che hanno rapito decine di persone collegate alle elezioni e alla campagna elettorale. Solo ieri il governatore di Herat scampava a un attacco esplosivo.
L’AUGURIO DI KARZAI NON SI REALIZZA!
Il presidente Karzai, accusato da tempo di essere complice del traffico di oppio, dichiarava che sarebbe stato davvero contento se tutto il popolo si fosse recato in massa a votare: davvero difficile fare questa scelta, visto che la forza dei miliziani incute timore e non sembra diminuire, nonostante le svariate operazioni e strategie militari. Comunque, per avere i risultati elettorali, bisognerà attendere giorni. Per diverse associazioni e organizzazioni umanitarie, queste elezioni erano una beffa al popolo preannunciata.
E’ rientrata in Italia la salma del tenente Romani. Oggi si sono svolti i funerali.
Paolo Maria Addabbo
In foto:
-La parte occidentale dell’Afghanistan. Nella missione militare che sostiene il governo afgano, ISAF, l’esercito italiano si occupa della zona di Herat. La foto è tratta da google maps.
-Il simbolo del IX Reggimento d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin”
-Alessandro Romani: il soldato “border-line” morto in Afghanistan.