Il 21 marzo scorso, un ragazzo di 26 anni, Jarrod Wyatt, viene ritrovato sulla scena di un macabro delitto: in piedi, nudo, al centro di un salotto ricoperto di sangue, e accanto ad un divano che tristemente accoglieva il cadavere fatto a pezzi di un 21enne, il corpo di Taylor Powell.
Sul petto del ragazzo è evidente un taglio profondo con un coltello, un’incisione – diranno più tardi gli esami medici – effettuata quando Taylor è ancora vivo ed in seguito alla quale gli verrà barbaramente strappato il cuore. Anche parte del volto di Powell, compreso un bulbo oculare e la lingua, verrà poi rimossa nello stesso feroce modo. Nella stanza accanto viene trovata anche Billy Jo-Bailey, l’ex fidanzata di Jarrod Wyatt, con mani e piedi legati.
All’arrivo di Mike Riese, il procuratore generale che per primo giunge sulla scena del crimine, l’omicida, in evidente stato confusionale, chiede se per caso è Dio venuto a salvarlo. Poi confessa, “L’ho ucciso io. Dovevo mettere a tacere il diavolo”.
Jarrod e Taylor si conoscevano bene, insieme praticavano uno sport chiamato “cage fighting” ispirato alle arti marziali giapponesi, una sorta di pugilato a mani nude in cui si possono usare anche le gambe.
La sera dell’omicidio i due ragazzi si sono dati appuntamento in un bar, raggiunti poi dall’ex fidanzata di Wyatt e da un altro amico, Justin Davis. Dopo aver bevuto qualcosa insieme, si sono spostati a casa di Wyatt.