La richiesta di dare vita all’Orto Botanico di Padova, in particolare, fu fatta nel 1543 da Francesco Bonafede, insegnante di medicina all’Università di Padova. L’orto, infatti, doveva avere la funzione di insegnare agli studenti a riconoscere le varie piante medicinali, dal momento che capitava molto spesso che queste venissero confuse tra di loro con gravi conseguenze sulla salute delle persone.
Tale orto veniva continuamente arricchito con nuove varietà di piante medicinali che provenivano da tutto il mondo, proprio per questo motivo è ad esso che si deve la scoperta di numerose cure derivanti da piante medicinali, nonchè l’origine di tutti gli altri orti botanici, non solo in Italia ma in tutto il mondo.
Il Ginkgo biloba, la magnolia, la patata, il gelsomino, l’acacia e il girasole sono solo alcune delle piante che sono state introdotte per la prima volta attraverso l’orto botanico di Padova.
Attualmente l’orto botanico di Padova ha una superficie di 22 mila metri quadrati e contiene oltre 6000 piante. La struttura è circondata da un muro, costruito nel 1552 per porre fine ai numerosi furti di erbe medicinali, all’interno del quale vi sono quattro settori suddivisi in aiuole mentre nella parte centrale si trova una piscina per le piante acquatiche.
All’orto botanico di Padova, inoltre, spetta il merito di aver contribuito in maniera determinante allo sviluppo di numerose discipline come la botanica, la medicina, la chimica, l’ecologia e la farmacia. Proprio per questo motivo nel 1997 l’Orto Botanico di Padova è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell’umanità dall’UNESCO.