Entrambe le fontane laterali del monumento, invece, furono costruite nel 1784. Dentro le conche si trovano rifiuti di ogni genere. All’interno di quella di sinistra, lato mercato Ballarò, posta ad angolo, dove il marciapiede si restringe – tra moscerini che svolazzano e cattivo odore – si assiste ad uno spettacolo raccapricciante: la scarpa è buttata su un paio di arance marce, tra bucce di mandarino, lattine, cumuli di Gratta&vinci e biglietti. E non è finita: l’elenco continua infatti con contenitori, bicchieri, bottiglie di plastica e pacchetti di sigarette accatastati all’interno della piccola conca di marmo.
Dentro la vasca dell’altra fontana, quella del pilone destro – dove una parte della parete è danneggiata e si vedono addirittura i cavi che fuoriescono – si contano una decina di bottiglie di plastica di varie dimensioni, due spatole lavavetri e, se dall’altra parte troviamo la frutta marcia, qui c’è invece la cassetta di plastica rossa. Il tutto sopra uno strato di cartacce, tappi e pacchetti di sigarette.
Intanto, se si prosegue la visita delle fontane della piazza, la scena non cambia, anzi peggiora. In tutto, sono quattro le fontane che fanno parte dell’Ingresso monumentale, i due edifici semicircolari realizzati in stile neobarocco, edificato all’ingresso di via Roma. Dalle due grandi fontane ad edicola, che si trovano all’inizio di via Roma, dove i rifiuti sono sommersi dall’acqua stagnante, ad eccezione di qualche manico d’ombrello che riemerge insieme con i sacchetti di plastica, si passa poi alle due più piccole, ad angolo del monumento, in prossimità della villetta.
Anche qui abbonda la varietà di rifiuti. All’interno della fontana, lato via Lincoln, troviamo la vasca stracolma di bottiglie e cartoni, l’altra, in direzione di Porta Sant’Antonino, invece, è piena di sacchetti neri per la spazzatura, bidoni di plastica, giornali e pezzi di legno. Tutti rifiuti putrefatti…
Serena Marotta