Palermo, fontane dei Quattro Canti

Palermo, fontana della Primavera di Gregorio Tedeschi 1630

Un orologio, qualche monetina e poi rifiuti. Si trova di tutto sul fondo delle fontane dei Quattro Canti. Così, tra le statue di marmo delle Sante palermitane, dei sovrani spagnoli e quelle delle quattro stagioni che decorano i cantoni, nelle conche inferiori delle fontane qualcuno ha pensato di aggiungere altri elementi “decorativi”. L’itinerario barocco inizia qui, a piazza Villena, dove s’incrociano via Maqueda e corso Vittorio Emanuele. Lo sguardo è rivolto appunto alle fontane. Si parte da quella della “Primavera”, opera di Gregorio Tedeschi (nell’omonimo cantone della Primavera), addossata alla chiesa di San Giuseppe dei Teatini.


Qui, sul fondo, si intravedono delle monetine, in superficie, invece, galleggiano una cannuccia nera da cocktail, una bottiglia di birra e una lattina di coca-cola. Intanto, la sbirciata all’interno della fontana suscita la curiosità dei passanti. Al contrario dei palermitani, forse rassegnati o distratti, però, un gruppo di turisti provenienti da Bari si sofferma ad osservare: è il loro primo giorno di visita della città e l’impressione non è delle migliori: “Siamo appena arrivati a Palermo – raccontano -. Abbiamo già visitato la Cattedrale, la fontana di piazza Pretoria e la chiesa di San Giuseppe dei Teatini. Adesso, prima di proseguire per Monreale, ci siamo fermati qui ad ammirare la piazza. Palermo è una bella città ma è caotica e c’è molta sporcizia”.

Palermo, turisti in piazza Villena

Intanto, mentre Sabino e Anna con i loro amici raggiungono la fermata per prendere l’autobus che li porterà a Monreale, il giro delle fontane della piazza continua. E ancora una bottiglia galleggia nell’acqua della fontana “dell’Estate” (opera di Gregorio Tedeschi), cantone occidentale, insieme a qualche cicca diventata poltiglia. Entrambi gli angoli esterni, tra il cantone e i gradini della fontana, sono pieni di rifiuti accatastati: un mattone, buste di patatine, fogli di giornale e una penna da un lato, mentre dall’altra parte, ci sono un tergicristallo, una bottiglia di vetro e un bicchiere.

Nella parte opposta della piazza, guardando il mare a sinistra, l’immondizia non risparmia neppure la fontana “dell’Autunno” (realizzata da Nunzio La Mattina). Anche qui, all’interno della vasca inferiore, ci sono una bottiglia di vetro e cartacce, mentre all’esterno, l’angolo sinistro “ospita” un piatto di plastica e carta da regalo di colore rosso.

Il tour termina alla fontana “dell’Inverno”, opera dello scultore Nunzio La Mattina, guardando in direzione del mare a destra, dove tra l’erba che cresce spontanea e le macchie di umidità, c’è anche un orologio da polso adagiato sul fondo della conca inferiore. Intanto, se la parte esterna è annerita dallo smog, all’interno, tutte le fontane presentano macchie di umidità e i bordi sono scrostati.
Serena Marotta

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