Ai piedi del re barbuto sgorga l’acqua che scivola giù, lungo la roccia, e finisce nelle vasche. L’acqua, tuttavia, non è l’unica cosa a finire nella fontana. A tratti, infatti, il gioco provocato dall’acqua è interrotto dai rifiuti. Un tempo frequentata per l’antico mercato, allora la piazza si chiamava appunto Fieravecchia, oggi, sparite le bancarelle, è cambiato il nome e non solo: ribattezzata piazza Rivoluzione in memoria dei moti del 1820 e del 1848, l’attrattiva principale della piazza sono i due locali, dove nei fine settimana si riuniscono centinaia di ragazzi, che la trasformano in un pub a cielo aperto.
Così, il popolo della piazza aggiunge di volta in volta alla fontana tardo-cinquecentesca un nuovo elemento e non si tratta di sculture di marmo: il collo di una bottiglia di birra fuoriesce da una delle vasche attorno alla roccia. Un bicchiere di vetro – con tanto di scritta rossa che sponsorizza un liquore – trova posto nella vasca accanto, guardando la statua del Genio di spalle.
E ancora, sotto, dalla ringhiera che ne recinta la parte inferiore, si intravedono altri rifiuti galleggiare nell’acqua putrida, il cui colore varia dal marrone al verde. Da una parte resta a galla qualche ricarica per il cellulare, dall’altra una busta di plastica trasparente, in un altro angolo, c’è ancora una bottiglia di birra in bella mostra, mentre dalla parte opposta, si vedono dei cartoncini accuratamente arrotolati.
Serena Marotta