Una ragazza italo-croata litiga in famiglia la sera di venerdì. Dopo il battibecco lascia la sua abitazione e va nella zona della stazione Termini dove conosce un ragazzo africano. Passate alcune ore insieme, comprando del vino e si recano all’ex ambasciata della Somalia, un edificio abbandonato dal ‘91 diventato la dimora di senzatetto somali, la maggiorparte con lo status di “rifugiato politico”. Qui la donna viene aggredita da altri due, forse tre, uomini e viene violenta (intanto il giovane che ha conosciuto a Termini prova a difenderla). La troveranno i poliziotti della squadra mobile di Roma in stato semi-confusionale: la giovane di venti anni è riuscita a scappare dall’edificio e denuncia l’accaduto. E’ il terzo stupro in dieci giorni e non è avvenuto in periferia ma in pieno centro, in uno stabile dove si annidano povertà, emarginazione e degrado. Gli altri due recentissimi stupri sono stati perpetrati su una giovane spagnola nei pressi di piazza di Spagna e su una turista americana in una cabina elettrica di villa Borghese.
GLI ALTRI IMMIGRATI SOMALI: “SIAMO STATI NOI A CHIAMARE LA POLIZIA”
Dopo la denuncia la polizia ha trasferito i circa 90 immigrati al vicino ufficio per l’immigrazione. Fatte le verifiche di rito gli investigatori hanno individuato e fermato tre soggetti somali. I probabili colpevoli sono stati fermati grazie all’aiuto di alcuni connazionali: sono stati alcuni di loro a contattare prontamente la polizia e a “bloccare” i violenti dentro l’edificio fino all’arrivo delle forze dell’ordine, mentre “altri non volevano chiamare la polizia e per questo c’è stato un litigio. Ma quelli sono i soliti violenti che noi abbiamo sempre voluto isolare” spiegano alcuni immigrati a tv e giornali, che più volte si sono occupati del loro caso in precedenza. Di parere opposto il sindaco di Roma Alemanno che ha affermato: “non è possibile che sia stata violentata una persona e che nessuno abbia fatto qualcosa”. Forse il giudizio del sindaco, che vuole “espulsi” tutti indifferentemente, anche i rifugiati politici, è stato afrrettato: se gli altri immigrati sono stati non complici, ma anzi diretti fautori dell’aver assicurato alla legge gli stupratori, lo accerteranno i magistrati. Se fosse così il primo cittadino dovrebbe delle scuse a quelle persone per averle accusate di non aver fatto nulla.
Sui mass-media emergono casi eclatanti, ma tanti sono gli eventi del genere che non vengono denunciati o avvengono nel silenzio delle mura domestiche: un’indagine Istat pubblicata nel 2009 spiega che sono 5 milioni le donne in Italia che hanno subito una “violenza sessuale”. Di questi eventi un sei per cento è riconducibile a persone estranee alla vittime; di questo sei per cento solo la metà, quindi un tre per cento, è commesso da immigrati.
PMA
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