Gli inquirenti però non hanno trovato i due presunti colpevoli del delitto, ma hanno accusato la giovane di “simulazione di reato”: insospettiti dalle incongruenze della versione fornita dalla presunta vittima, c’è stato un nuovo interrogatorio.
La giovane è stata messa davanti alle lacune del suo racconto e ha confessato: voleva avere delle cure sanitarie dopo sesso non protetto e si è inventata una violenza sessuale.
Questo è uno dei cinque episodi di violenza raccontato dai media nella capitale, negli ultimi trenta giorni: intanto per la violenza dell’ambasciata somala due sono le persone detenute. Nel presunto, anche se non escluso dalle perizie mediche secondo le cronache giudiziarie, caso della violenza nella stazione dei carabinieri al Quadraro gli inquirenti vanno avanti, ma anche se non si provassero segni di violenza il caso che getta ombra su alcuni membri delle forze dell’ordine: quelli che considerano una giustificazione fare sesso e bere del wiskhy con una persona in cella.
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