Dopo l’entrata in vigore della Mifid 2, il consulente si trasforma in Consulente Patrimoniale, in pratica un consulente 3.0, un professionista evoluto. Abbiamo affrontato la tematica con un esperto del settore, Enrico Cerreto consulente patrimoniale in servizio presso la sede di Napoli della Banca Fideuram SpA.
“Il consulente patrimoniale è la persona di fiducia con la quale relazionarsi – spiega Cerreto – per le soluzioni patrimoniali globali, una figura professionale che sa ascoltare, percepire, elaborare, tradurre esigenze patrimoniali in progetti patrimoniali”.
La MIFID 2, acronimo di Markets in Financial Instruments Directive, è l’evoluzione della precedente del 2007. La normativa, adottata dal Parlamento europeo il 15 aprile 2014, doveva entrare in vigore il 3 gennaio 2017 ma è diventata operativa il 3 gennaio scorso.
“Con il recepimento della Mifid 2 lo scenario in cui lavoriamo noi consulenti patrimoniali ci muoviamo è diverso rispetto a prima. Il nuovo quadro normativo pone sempre al centro il cliente. Il ruolo del consulente patrimoniale è di comprendere e far emergere i bisogni reali, quelli attuali e quelli soprattutto futuri che ancora magari non si è in grado di mettere a fuoco. Deve essere in grado inoltre di mettere in relazione gli obiettivi personali o familiari con l’effettiva capacità finanziaria di raggiungerli”, afferma Enrico Cerreto, iscritto da aprile 2001 all’albo dei consulenti finanziari con mandato di Fideuram.
Tra le varie novità della Mifid 2 c’è la norma che stabilisce che i documenti informativi dei prodotti finanziari devono mostrare i costi suddivisi tra le varie voci di spesa e non aggregati in un’unica cifra come in passato. “In questo modo – precisa Cerreto – il cliente ha un quadro più dettagliato dei costi che deve sostenere nel momento in cui si affida ad un servizio di consulenza”.
A seguito della Mifid 2, il lavoro del patrimonialista è di dare e generare valore per il cliente. “Il consulente patrimoniale – osserva l’esperto Enrico Cerreto – deve essere la figura di riferimento per la famiglia e per l’imprenditore in quanto deve curare e tutelare i loro interessi patrimoniali. É il professionista che aiuta il cliente ad agire con consapevolezza e razionalità per raggiungere degli obiettivi. Inoltre un consulente limita i rischi e coglie le opportunità, stimolando e facendo riflettere per trovare le migliori soluzioni, soprattutto nei momenti di stress”.
Come riconoscere il consulente giusto? “Il vero professionista – conclude Enrico Cerreto – parla in modo semplice di obiettivi e non di prodotti, fa riflettere sulle esigenze e non sui rendimenti, parla del futuro e non di grafici o indici. Inoltre professionalità, capacità di ascolto ed empatia sono elementi necessari per aiutare i clienti a trovare le soluzioni che più si addicono alle loro singole esigenze”.