In centinaia hanno sfilato sotto il sole e sotto slogan di protesta come “Cultura: omicidio di Stato” oppure “Prima bruciavano i libri, ora bruciano i teatri” e alcuni hanno fatto sentire, forte, la propria rabbia ed il proprio dissenso, come il regista Moni Ovadia che ha detto che chi disinveste nella cultura uccide l’economia e odia i giovani, o come il cantante Renato Zero che ha parlato di un governo che vuole tenere la gente nell’ignoranza e che ha paura della cultura oltre che delle intercettazioni.
Alla manifestazione nazionale organizzata da Movem09 e promossa da Slc-Cgil, Sai, Fistel-Cisl-Fai, Uilcom-Uil, Unda, Ficls-Cisal, Usigrai e Fnsi, hanno partecipato anche Carla Fracci, Nanni Moretti, Mario Monicelli, Daniele Luchetti, Dacia Maraini e tanti altri nomi illustri, uniti nel difendere artisti e lavoratori del settore e nel protestare contro la riorganizzazione delle fondazioni lirico-sinfoniche.
Da Milano, il ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi, si è limitato a dire che la crisi in cui versano i settori della cultura non ha nulla a che vedere con i finanziamenti dello Stato e che lui, responsabile del mandato che gli è stato assegnato, interverrà con forza e determinazione per eliminare gli sprechi esistenti.