È stato effettuato il sopralluogo della polizia e dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo nel campo di Chignolo d’Isola (Bergamo) dove è stato ritrovato il cadavere di Yara Gambirasio, per prelevare campioni di essenze arboree e di polline. Secondo le indiscrezioni, durante l’autopsia, sono state
rilevate sul corpo di Yara tracce di terra e arbusti. Di conseguenza sono stati necessari nuovi rilievi nel campo del ritrovamento per effettuare il confronto con quelli ritrovati sul cadavere.
Adesso ci vorranno 90 giorni per avere un quadro completo delle analisi. Non è chiara la causa del decesso della giovane: le ferite riportate non sarebbero state decisive per il decesso. Dubbi anche sull’arma da taglio utilizzata dall’assassino: forse non ha utilizzato un coltello, ma un punteruolo.
Intanto su Facebook è stato pubblicato un messaggio: “a Brembate ci conosciamo tutti e tutti ci conoscono, e questo ci fa ancora più paura”. Sono parole scritte da una ragazza, registrata con il nome di “Marta Casile”, sul gruppo “Per Yara Gambirasio“. I magistrati bergamaschi, attraverso la polizia postale, hanno chiesto all’amministrazione di Facebook di poter accedere ai dati di Marta Casile per poterla rintracciare e sentire. Lo scopo è quello di capire se la ragazza possa fornire realmente elementi utili alle indagini. Marta dice, infatti, che Yara era “la mia migliore amica”. La richiesta degli inquirenti non si limiterebbe solo ai dati di Marta, ma anche ad altre persone che hanno postato messaggi, fornendo notizie su Yara, sui gruppi creati dopo la sua scomparsa.
Serena Marotta
rilevate sul corpo di Yara tracce di terra e arbusti. Di conseguenza sono stati necessari nuovi rilievi nel campo del ritrovamento per effettuare il confronto con quelli ritrovati sul cadavere.
Adesso ci vorranno 90 giorni per avere un quadro completo delle analisi. Non è chiara la causa del decesso della giovane: le ferite riportate non sarebbero state decisive per il decesso. Dubbi anche sull’arma da taglio utilizzata dall’assassino: forse non ha utilizzato un coltello, ma un punteruolo.
Intanto su Facebook è stato pubblicato un messaggio: “a Brembate ci conosciamo tutti e tutti ci conoscono, e questo ci fa ancora più paura”. Sono parole scritte da una ragazza, registrata con il nome di “Marta Casile”, sul gruppo “Per Yara Gambirasio“. I magistrati bergamaschi, attraverso la polizia postale, hanno chiesto all’amministrazione di Facebook di poter accedere ai dati di Marta Casile per poterla rintracciare e sentire. Lo scopo è quello di capire se la ragazza possa fornire realmente elementi utili alle indagini. Marta dice, infatti, che Yara era “la mia migliore amica”. La richiesta degli inquirenti non si limiterebbe solo ai dati di Marta, ma anche ad altre persone che hanno postato messaggi, fornendo notizie su Yara, sui gruppi creati dopo la sua scomparsa.
Serena Marotta