L’ordinanza di custodia cautelare a carico di Totò Riina, indicato come mandante della strage del rapido 904, è stata notificata in carcere al boss di Cosa Nostra dai carabinieri del Ros. L’ordinanza è stata firmata dal gip di Napoli, Carlo Modestino, su richiesta del pm della Dda, Paolo Itri e Sergio Amato, e del procuratore aggiunto Sandro Pennasilico. Dalla nuova inchiesta, condotta dalla Dda partenopea, sarebbe anche emerso che per la strage del Rapido 904 sarebbe stato utilizzato lo stesso tipo di esplosivo adoperato per la strage di via D’Amelio, a Palermo, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta il 19 luglio 1992.
Una strage, quella del rapido 904 – che si configura in un preciso disegno strategico del boss: fare apparire l’attentato come un fatto “politico”, in risposta ai mandati di cattura relativi al maxi processo a Cosa Nostra, che furono emessi nel settembre del 1984 dai giudici Falcone e Borsellino. Un disegno strategico con lo scopo di sviare l’attenzione dello Stato dall’identificazione dei mandanti della strage.
Serena Marotta
(27 aprile 2011)