Sei o sette anni di attesa, poi i precari avranno la cattedra. Per il momento sono solo previsioni. “È difficile fare previsioni, ma secondo stime del ministero nei prossimi anni ci saranno molti pensionamenti e quindi nell’arco di 6-7 anni c’è la ragionevole certezza che gli attuali 220mila precari saranno assorbiti dal sistema d’istruzione”. Rassicurazioni che arrivano oggi dal ministro Mariastella Gelmini durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi per illustrare il nuovo regolamento per insegnare. “Oggi inseriamo un nuovo tassello nella riforma destinata a cambiare il nostro sistema scolastico – ha affermato il ministro -. Un tassello fondamentale, perché riguarda la formazione iniziale dei futuri insegnanti. Prevediamo una selezione severa, doverosa per chi avrà in mano il futuro dell’Italia e sostituiamo alle vecchie SSIS un percorso di lauree magistrali specifiche e un anno di tirocinio”. Insomma si passa “dal sapere al sapere insegnare”.
Ecco come cambiano le modalità d’accesso. Per insegnare nella scuola dell’infanzia e primaria servirà una laurea quinquennale (a numero programmato e con prova di accesso), che consentirà di conseguire l’abilitazione. In più saranno rafforzate le competenze disciplinari e pedagogiche. Si passerà dalla teoria alla pratica: è previsto l’aumento delle ore di tirocinio da svolgere a scuola, nonché un percorso laboratoriale per la lingua inglese e per le nuove tecnologie. Il nuovo regolamento focalizza l’attenzione al problema degli alunni disabili “prevedendo che in tutti i percorsi ci siano insegnamenti in grado di consentire al docente di avere una preparazione di base sui bisogni speciali”.
È prevista la laurea magistrale ad hoc, completata da 475 ore di tirocinio a scuola (di cui almeno 75 dedicate alla disabilità) sotto la guida di un insegnante tutor, invece, per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado. La formazione degli insegnanti di sostegno “è previsto che sia posta in capo alle università, pur prevedendo la possibilità di specifici accordi con gli enti del settore, in attesa di una futura classe di concorso che qualifichi il servizio”. Infine i vecchi laureati “potranno conseguire l’abilitazione per la secondaria di primo e secondo grado accedendo, dietro il superamento delle prove di accesso (test preselettivo, esami scritti e orali), all’anno di tirocinio formativo attivo a numero programmato”.
Serena Marotta
Ecco come cambiano le modalità d’accesso. Per insegnare nella scuola dell’infanzia e primaria servirà una laurea quinquennale (a numero programmato e con prova di accesso), che consentirà di conseguire l’abilitazione. In più saranno rafforzate le competenze disciplinari e pedagogiche. Si passerà dalla teoria alla pratica: è previsto l’aumento delle ore di tirocinio da svolgere a scuola, nonché un percorso laboratoriale per la lingua inglese e per le nuove tecnologie. Il nuovo regolamento focalizza l’attenzione al problema degli alunni disabili “prevedendo che in tutti i percorsi ci siano insegnamenti in grado di consentire al docente di avere una preparazione di base sui bisogni speciali”.
È prevista la laurea magistrale ad hoc, completata da 475 ore di tirocinio a scuola (di cui almeno 75 dedicate alla disabilità) sotto la guida di un insegnante tutor, invece, per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado. La formazione degli insegnanti di sostegno “è previsto che sia posta in capo alle università, pur prevedendo la possibilità di specifici accordi con gli enti del settore, in attesa di una futura classe di concorso che qualifichi il servizio”. Infine i vecchi laureati “potranno conseguire l’abilitazione per la secondaria di primo e secondo grado accedendo, dietro il superamento delle prove di accesso (test preselettivo, esami scritti e orali), all’anno di tirocinio formativo attivo a numero programmato”.
Serena Marotta
Ciao, ma chi come me insegna da due anni alla materna e ha solo la laurea triennale?? Se devo cambiare scuola per scadenza del contratto, non mi assume più nessuno?? O vale solo per chi non ha mai insegnato?