Due pacchi bomba recapitati presso le ambasciate svizzera e cilena, a Roma, hanno provocato il ferimento di due addetti. Uno dei feriti, l’addetto alla corrispondenza della sede diplomatica elvetica di via Barnaba Oriani, secondo i primi accertamenti, sarebbe stato investito dall’esplosione subito dopo avere aperto il pacco. L’uomo, 53 anni, è ricoverato in codice rosso al Policlinico Umberto I, dove è stato operato d’urgenza e rischia l’amputazione delle mani. Sul posto i carabinieri e i vigili del fuoco stanno effettuando i rilievi.
La procura di Roma ha aperto un fascicolo: si procede per attentato con finalità di terrorismo. Tra le ipotesi investigative al vaglio degli inquirenti c’è anche quella che ipotizza un attentato da parte di gruppi anarco-insurrezionalisti in riferimento all’arresto – avvenuto ad aprile scorso vicino Zurigo – di alcuni esponenti della galassia anarchica attualmente detenuti nelle carceri elvetiche. Tra questi figura anche Marco Camenisch, militante rivoluzionario antinucleare svizzero, più volte detenuto in Italia negli anni ’90 e poi, nel 2002, estradato in Svizzera.
Intanto, dopo l’esplosione dei due pacchi bomba, la questura in stretto contatto con il ministero degli Esteri sta attivando ed eseguendo le verifiche in tutte le sedi diplomatiche presenti nella capitale.
Serena Marotta
La procura di Roma ha aperto un fascicolo: si procede per attentato con finalità di terrorismo. Tra le ipotesi investigative al vaglio degli inquirenti c’è anche quella che ipotizza un attentato da parte di gruppi anarco-insurrezionalisti in riferimento all’arresto – avvenuto ad aprile scorso vicino Zurigo – di alcuni esponenti della galassia anarchica attualmente detenuti nelle carceri elvetiche. Tra questi figura anche Marco Camenisch, militante rivoluzionario antinucleare svizzero, più volte detenuto in Italia negli anni ’90 e poi, nel 2002, estradato in Svizzera.
Intanto, dopo l’esplosione dei due pacchi bomba, la questura in stretto contatto con il ministero degli Esteri sta attivando ed eseguendo le verifiche in tutte le sedi diplomatiche presenti nella capitale.
Serena Marotta