Farmaci scaduti da circa due anni e persino i resti di un pipistrello. Sono solo alcune delle carenze riscontrate all’interno di uno dei reparti del Policlinico di Messina. L’ispezione dei Nas, che è stata effettuata ieri e si è conclusa oggi, ha fatto emergere gravi carenze nella struttura ospedaliera, dove i carabinieri hanno effettuato un controllo a tappeto: dalle sale operatorie alla mensa.
I carabinieri hanno riscontrato “gravi carenze igienico-sanitarie, strutturali e tecnico impiantistiche tali da costituire pericolo per la salute dei degenti e del personale operante”. Gli investigatori vaglieranno i documenti acquisiti. Poi una copia della relazione finale sarà inviata per conoscenza alla Procura della Repubblica.
Nel frattempo proseguono le indagini della magistratura sui presunti casi di malasanità. Dopo la denuncia della lite in sala parto di cui è stata vittima Laura Salpietro, sono emersi altri casi sospetti all’interno dell’ospedale: uno è quello di una donna ricoverata a giugno scorso per un aborto programmato, ma che per mancata assistenza ha espulso il feto in bagno: secondo l’accusa, i medici non sarebbero intervenuti perché obiettori di coscienza. Si indaga inoltre per la morte sospetta di una donna sessantenne avvenuta venerdì scorso nel reparto di Chirurgia generale: secondo i familiari i medici non si sarebbero accorti subito che i dolori della vittima erano provocati da una perforazione intestinale.
Serena Marotta
I carabinieri hanno riscontrato “gravi carenze igienico-sanitarie, strutturali e tecnico impiantistiche tali da costituire pericolo per la salute dei degenti e del personale operante”. Gli investigatori vaglieranno i documenti acquisiti. Poi una copia della relazione finale sarà inviata per conoscenza alla Procura della Repubblica.
Nel frattempo proseguono le indagini della magistratura sui presunti casi di malasanità. Dopo la denuncia della lite in sala parto di cui è stata vittima Laura Salpietro, sono emersi altri casi sospetti all’interno dell’ospedale: uno è quello di una donna ricoverata a giugno scorso per un aborto programmato, ma che per mancata assistenza ha espulso il feto in bagno: secondo l’accusa, i medici non sarebbero intervenuti perché obiettori di coscienza. Si indaga inoltre per la morte sospetta di una donna sessantenne avvenuta venerdì scorso nel reparto di Chirurgia generale: secondo i familiari i medici non si sarebbero accorti subito che i dolori della vittima erano provocati da una perforazione intestinale.
Serena Marotta