Fabrizio Corona è in aula oggi per il processo d’appello, dopo essere stato condannato lo scorso anno a 3 anni e 8 mesi per presunti episodi di estorsione. “Oggi non me ne frega niente né di Lele Mora né di Ruby, perche’ qua mi gioco tre anni della mia vita”. Non usa mezzi termini il re dei paparazzi, rivolgendosi ai giornalisti che gli hanno chiesto un commento sull’indagine milanese che vede coinvolto il suo amico Lele Mora per favoreggiamento della prostituzione.
“Sono un po’ arrabbiato – ha aggiunto l’agente fotografico – perché ho sentito le motivazioni del tribunale di primo grado, lette oggi in aula, e mi sono venuti i brividi perché sono vergognose”. L’agente fotografico fa riferimento alla parte delle motivazioni del tribunale, che riguardano in particolare il presunto tentativo di estorsione ai danni del calciatore Adriano. “Io non gli ho mai chiesto un euro, e ci sono le registrazioni”, ha dichiarato Corona.
Sul caso Ruby, durante una pausa del processo, Corona ha parlato ai cronisti dell’esistenza di fotografie scattate durante le feste ad Arcore: “quelle foto sono scattate in un ambiente privato e quindi per legge non sono pubblicabili”, ha spiegato. E ha aggiunto: “non c’è nessun giornale che le avrebbe mai pubblicate, né ci sono agenzie che le avrebbero proposte, perché nessun direttore ha il coraggio di pubblicarle, perché in Italia non c’è una vera libertà di stampa”.
Serena Marotta
“Sono un po’ arrabbiato – ha aggiunto l’agente fotografico – perché ho sentito le motivazioni del tribunale di primo grado, lette oggi in aula, e mi sono venuti i brividi perché sono vergognose”. L’agente fotografico fa riferimento alla parte delle motivazioni del tribunale, che riguardano in particolare il presunto tentativo di estorsione ai danni del calciatore Adriano. “Io non gli ho mai chiesto un euro, e ci sono le registrazioni”, ha dichiarato Corona.
Sul caso Ruby, durante una pausa del processo, Corona ha parlato ai cronisti dell’esistenza di fotografie scattate durante le feste ad Arcore: “quelle foto sono scattate in un ambiente privato e quindi per legge non sono pubblicabili”, ha spiegato. E ha aggiunto: “non c’è nessun giornale che le avrebbe mai pubblicate, né ci sono agenzie che le avrebbero proposte, perché nessun direttore ha il coraggio di pubblicarle, perché in Italia non c’è una vera libertà di stampa”.
Serena Marotta