Sono quattro gli avvisi di garanzia notificati oggi a presunti affiliati della cosca Serraino: l’accusa è di avere organizzato ed eseguito l’attentato contro la sede della Procura generale di Reggio Calabria, il 3 gennaio scorso, quando fu fatta esplodere una bomba davanti agli uffici giudiziari. Dall’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro e’ emerso che l’attentato sarebbe da collegare ad una reazione della cosca Serraino per la scelta del procuratore generale, Salvatore Di Landro, dopo il suo insediamento – avvenuto nel novembre del 2009 – di revocare alcuni fascicoli processuali al sostituto Francesco Neri.
Centinaia i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e del Ros impegnati nell’operazione per l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere delle 22 persone con l’accusa di essere affiliate alla cosca Serraino. Nel provvedimento, emesso dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Dda, è stato anche disposto il sequestro di beni mobili, immobili e attività commerciali – che erano nella disponibilità della cosca Serraino – per un valore di un milione e mezzo di euro.
Nel corso dell’esecuzione dei decreti di perquisizione emessi dalla Dda nei confronti degli indagati, i carabinieri hanno anche sequestrato lo scooter, che fu utilizzato per l’attentato. Secondo il procuratore aggiunto, Salvatore Murone, titolare dell’inchiesta, uno degli arrestati, Felice Laverna di 28 anni, risulta possedere una moto Honda SH 300 (intestata ad una donna), che avrebbe caratteristiche identiche a quella utilizzata per l’attentato. Con lui sono finiti in manette anche Antonino Barbaro di 24 anni, Ivan Valentino Nava di 25 anni e Nicola Pitasi di 31. E non solo: perquisizioni sono state disposte anche nei confronti di Maurizio Cortese, Fabio Antonino Giardiniere, Giuseppe Pitasi, Alessandro Serraino, Giovanni Siclari e Francesco Tomasello. L’operazione, denominata “Epilogo”, ha permesso anche di individuare tra le 22 persone coinvolte, gli autori dell’intimidazione ai danni del giornalista Antonino Monteleone di Reggio Calabria.
Serena Marotta
Centinaia i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e del Ros impegnati nell’operazione per l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere delle 22 persone con l’accusa di essere affiliate alla cosca Serraino. Nel provvedimento, emesso dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Dda, è stato anche disposto il sequestro di beni mobili, immobili e attività commerciali – che erano nella disponibilità della cosca Serraino – per un valore di un milione e mezzo di euro.
Nel corso dell’esecuzione dei decreti di perquisizione emessi dalla Dda nei confronti degli indagati, i carabinieri hanno anche sequestrato lo scooter, che fu utilizzato per l’attentato. Secondo il procuratore aggiunto, Salvatore Murone, titolare dell’inchiesta, uno degli arrestati, Felice Laverna di 28 anni, risulta possedere una moto Honda SH 300 (intestata ad una donna), che avrebbe caratteristiche identiche a quella utilizzata per l’attentato. Con lui sono finiti in manette anche Antonino Barbaro di 24 anni, Ivan Valentino Nava di 25 anni e Nicola Pitasi di 31. E non solo: perquisizioni sono state disposte anche nei confronti di Maurizio Cortese, Fabio Antonino Giardiniere, Giuseppe Pitasi, Alessandro Serraino, Giovanni Siclari e Francesco Tomasello. L’operazione, denominata “Epilogo”, ha permesso anche di individuare tra le 22 persone coinvolte, gli autori dell’intimidazione ai danni del giornalista Antonino Monteleone di Reggio Calabria.
Serena Marotta