Le voci dei cittadini aquilani intervistati che se da una parte, anziani e famiglie affrante, si erano convinte che nella disgrazia non si poteva fare di più dall’altra c’erano persone preoccupate, sospettose e impaurite che gridavano al vento quello che l’Italia ha scoperto poi sui giornali.
La Guzzanti si getta in prima persona in mezzo agli aquilani ascoltando i loro racconti che descrivono l’organizzazione del campo tende come quella di una caserma: domande del tipo “dove vai” “cosa fai” e l’impossibilità di organizzare assemblee cittadine. Non mancano poi i momenti di censura dove si richiede espressamente di non fare riprese nel campo (solo per certa stampa scomoda) senza un permesso scritto ovviamente richiesto e mai concesso.
Ma la questione centrale del racconto si focalizza sull’eccessivo potere dato alla Protezione Civile e in termini decisionali e di spesa pubblica, potere che dopo gli scandali delle intercettazioni è stato fortunatamente ridimensionato. In conclusione una denuncia ad alta voce che come dice la Guzzanti in una nota: “Vorrei che chi guardasse il film riflettesse su cosa abbiamo scambiato in cambio di cosa”.
Scritto da: Gianluca Visconti