Gheddafi riappare in tv per il suo terzo discorso ufficiale: “Il futuro della Libia è nelle mani del popolo, combatteremo fino all’ultimo uomo e donna – dichiara -. Ci saranno migliaia di morti se ci sarà un intervento militare degli Usa o della Nato”.
Poi passa all’Italia: “Abbiamo costretto l’Italia a scusarsi per il suo colonialismo, costringendo Roma a pagare i danni. Berlusconi ha detto che non controllo la Libia? Io gli rispondo che la famiglia Gheddafi è la Libia”. Così ha detto il leader libico nel suo discorso ai delegati dell’Assemblea popolare libica, in occasione del 34/esimo anniversario della proclamazione della Jamahiriya (Repubblica delle masse). Intanto l’Ue ha fatto sapere che è stato attivato il meccanismo di protezione civile per gestire i flussi migratori al confine con Tunisia e Egitto.
Intanto la “Lega libica per i diritti umani” annuncia: “Il numero delle vittime in tutto il Paese è di 6.000 – ha detto il portavoce dell’organizzazione, Ali Zerdan, nel corso dell’incontro con la stampa a Parigi – di cui 3.000 a Tripoli, 2.000 a Bengasi e 1.000 in altre città”. Il procuratore della Corte penale internazionale, Luis Moreno-Ocampo, ha deciso l’apertura di un’inchiesta formale sui crimini commessi in Libia dal 15 febbraio scorso.
Serena Marotta
Poi passa all’Italia: “Abbiamo costretto l’Italia a scusarsi per il suo colonialismo, costringendo Roma a pagare i danni. Berlusconi ha detto che non controllo la Libia? Io gli rispondo che la famiglia Gheddafi è la Libia”. Così ha detto il leader libico nel suo discorso ai delegati dell’Assemblea popolare libica, in occasione del 34/esimo anniversario della proclamazione della Jamahiriya (Repubblica delle masse). Intanto l’Ue ha fatto sapere che è stato attivato il meccanismo di protezione civile per gestire i flussi migratori al confine con Tunisia e Egitto.
Intanto la “Lega libica per i diritti umani” annuncia: “Il numero delle vittime in tutto il Paese è di 6.000 – ha detto il portavoce dell’organizzazione, Ali Zerdan, nel corso dell’incontro con la stampa a Parigi – di cui 3.000 a Tripoli, 2.000 a Bengasi e 1.000 in altre città”. Il procuratore della Corte penale internazionale, Luis Moreno-Ocampo, ha deciso l’apertura di un’inchiesta formale sui crimini commessi in Libia dal 15 febbraio scorso.
Serena Marotta