Maserati, un sogno made in Italy

Ad una domanda di un giornalista che chiedeva cosa rappresenta la Maserati, Luca Cordero di Montezemolo rispose che questa era il futuro del settore auto e con ancora più enfasi non ritardò a ricordare come la Ferrari rappresentava sia il futuro, che il presente, ma anche il passato e queste a nostro avviso risultano essere parole sagge.

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Agusta, una compagnia di Finmeccanica

Quando si parla di Made in Italy nel Mondo, salta subito in bocca il nome Agusta. Il marchio Agusta è sempre stato sinonimo di qualià , innovazione, design, potenza e ricorda immediatamente gli elicotteri civili, ma anche quelli militari e come non ricordare i velivoli in dotazione al corpo dei Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e Guardia Forestale.

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Vespa Piaggio

 “Sembra una vespa!”. Così esclama Enrico Piaggio” proprietario della storica azienda fondata a Genova nel 1884 al momento di testare il suo gioiello, esempio di grande immaginazione e risposta a un bisogno reale.
La Vespa nasce infatti nel secondo dopoguerra, in un’Italia distrutta dai bombardamenti e con le vie di comunicazione impraticabili, che scoraggiano lo sviluppo immediato del mercato automobilistico.

Primario diviene quindi il bisogno di mobilità , a cui Piaggio risponde con un veicolo semplice, robusto e al tempo stesso elegante e fortemente connotato stilisticamente, che può essere guidato facilmente anche dalle donne. Il progettista è Corradino D’Ascanio, ingegnere aeronautico che realizzò anche i primo elicottero moderno..

Dal primo modello, messo in commercio nel 1946 in 15 esemplari, ne è stata fatta di strada, tutta documentata al Museo Piaggio di Pontedera. Qui, dopo un glorioso tour mondiale, che ha toccato tappe come il Guggenheim di New York e il Pompidou a Parigi, è tornata a casa la Vespa più preziosa al mondo, quella che Salvador Dalì decorò nel 1962.
Attraverso la valorizzazione della Vespa l’arte e la cultura con quel gusto riconosciuto nel mondo come “Italian Style” che tanto ha caratterizzato gli anni di Felliniana memoria, quando Anita Ekberg rimase stregata da quell’atmosfera definita come Dolce Vita italiana. Anche ieri come oggi la Vespa è protagonista di uno stile di vita, uno stile che oggi è diventato mito.

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Auto Made in Italy in Giappone

 Se negli Stati Uniti cresce la voglia d’imparare l’italiano(ricordiamo che oltre 60mila ragazzi nel 2006 hanno scelto di seguire un corso di lingua e cultura italiana: nel 1998 erano meno della metà , più 30% nell’ultimo anno), in Giappone cresce la voglia di auto italiane. Quello che piace ai giapponesi delle auto ester è soprattutto il lusso e in questo l’offerta del ‘made in Italy’ non ha nulla da invidiare. Nei primi nove mesi del 2007, secondo i dati Jama, le vendite di Ferrari, Maserati e Alfa Romeo sono cresciute in Giappone rispettivamente del 9% (327 unità ), del 17,3% (a 366 unità ) e del 5,4% (a 2.959 unità ), mentre il marchio Fiat ha guadagnato il 25,6%, vendendo 1.281 unità .

Globalmente, comprese le 101 Lancia, i marchi ‘made in Italy’ hanno totalizzato da gennaio a settembre 5.034 unità , in progresso del 10% rispetto allo stesso periodo del 2006. Questa cifra, in un mercato che destina ai veicoli stranieri una fetta di poco inferiore all’8% del totale delle vendite interne (ovvero circa 9 miliardi di euro). L’intenzione emersa al Tokyo Motor Show dai rappresentanti dell’auto ‘made in Italy’ è quella di crescere sul mercato giapponese. dove, al momento ha precisato il numero uno di Alfa Romeo Antonio Baravalle presente al Salone – il marchio Fiat vende annualmente tra le 1.700 1.800 unità , a fronte di un parco circolante di circa 20.000 unità , l’Alfa Romeo ne consegna in media circa 5.000, a fronte di un parco circolante di 50.000 unità , e la Lancia è praticamente quasi inesistente.

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Una leggenda di nome Ferrari

Cavallino rampante nero su sfondo giallo e carrozzeria Rosso Corsa: come non pensare ad una fiammante Ferrari sfrecciarci davanti?

Enzo Ferrari era un uomo con la passione per le corse automobilistiche nel sangue e si direbbe che è stato proprio questo il segreto del suo successo: nasce nel 1898 a Modena e l’ingresso nel mondo dei motori avviene nel 1923, al momento dell’assunzione presso una piccola casa automobilistica per la quale compieva test di guida. Dopo poco tempo aveva iniziato a partecipare alle prime corse in veste di pilota, abiti nei quali nel 1924 vinceva

la Coppa Acerbo. Le salite sul podio non furono molte, ma i rapporti nati durante questi incontri sportivi saranno fondamentali per il suo futuro; è proprio in una di queste occasioni infatti che conosce il padre dell’eroico combattente italiano della prima guerra mondiale Francesco Baracca, dal quale erediterà lo stemma del cavallino rampante.A 5 anni dalla famosa vittoria, nel 1929, fonda

la Scuderia Ferrari, la quale si occupa di sponsorizzare i piloti e costruire auto da corsa con pezzi dell’Alfa Romeo, casa automobilistica già rinomata. Il team di piloti, anche amatoriali e part-time, messo insieme da Enzo Ferrari è composto da 22 membri che comprendono anche nomi come Tazio Nuvolari e Giusseppe Campari.

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