Sono stati sentiti ieri dai magistrati della Procura di Agrigento i sei militari della Guardia di Finanza – che si trovavano a bordo della motovedetta libica come osservatori – durante la sparatoria contro il peschereccio “Ariete”, avvenuta il 12 settembre scorso a circa 30 miglia dalle coste libiche, all’interno del Golfo della Sirte. Una zona che Gheddafi continua a considerare di propria competenza.
golfo della Sirte
Motopesca mitragliato, sopeso comandante Libia
Alle discordanze nella ricostruzione dei fatti tra il rapporto stilato dal Viminale e quello del comandante Gaspare Marrone del peschereccio Ariete mitragliato dalla motovedetta libica, si aggiunge anche quella legata alle armi utilizzate per la sparatoria, avvenuta domenica scorsa nel Golfo della Sirte. “Abbiamo raccontato tutta la verità – afferma Marrone -. Le raffiche di mitragliatrice sono durate per circa tre ore a intervalli di un quarto d’ora-venti minuti, poi la motovedetta ci ha per così dire ‘scortati’ per un’altra ora, finché non siamo usciti dalle acque che i libici considerano di loro pertinenza”. Dal rapporto stilato dal Viminale invece emerge che non c’è stato nessun inseguimento del peschereccio italiano da parte della motovedetta libica.
Peschereccio mitragliato, pm: “Tentato omicidio”
È rientrata stamattina a Lampedusa “L’Ariete”, il motopeschereccio di Mazara del Vallo, che ieri è stato attaccato da una nave libica: nessun ferito tra gli uomini dell’equipaggio. Intanto la Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta contro ignoti per tentato omicidio plurimo aggravato e danneggiamento di navi.