Il grana padano, formaggio dalla pasta dura prodotto nell’area a nord del Po e a sud di Milano, tra Lombardia ed Emilia, è uno degli inimitabili prodotti italiani ricercati ed utilizzati in tutto il mondo.Le origini di questo prodotto risalgono all’anno mille, al termine dell’opera di bonifica e disboscamento compiuta dai monaci Cistercensi. I terreni guadagnati vennero impiegati per l’allevamento, quindi il latte dei bovini che eccedeva veniva conservato in apposite botte a forma di campana rovesciata: le caldaie. Lì dentro, in seguito a un periodo di stagionatura e ai naturali processi biochimici, il latte diventava formaggio.
Ancora oggi il formaggio grana viene prodotto con il metodo e gli ingredienti tradizionali: il latte utilizzato è bovino e proveniente da due mungiture giornaliere. Aggiungendovi siero e caglio di vitello, si fa cuocere a 33°C e, una volta coagulato il composto, si procede alla rottura in piccoli grani della Cagliata ( il caglio di vitello); quindi la temperatura viene portata a 55°C.
Una volta che i grani si sono compattati sul fondo della caldaia il composto viene prelevato e posto in due fascere, contenitori che danno al prodotto la tipica forma del Grana Padano.
Preso l’aspetto desiderato in pochi giorni, il formaggio viene immerso per circa 20 giorni in una soluzione salina, al termine della quale è lasciato a stagionare per 8 mesi.
Trascorso questo periodo arriva il momento del controllo qualità indispensabile per imprimere a fuoco sulla forma il marchio dell’originale ed unico “Grana Padano“.
E’ curioso sapere che questo formaggio ha una variante, certamente meno conosciuta ma non per questo da sottovalutare, prodotta più a sud, nelle province di Parma, Reggio, Modena e Mantova.
Il suo nome, “Parmigiano Reggiano“, deriva dal fatto che i rappresentati delle Camere di Commercio delle quattro province non erano stati in grado di accordarsi nel corso di una riunione su un nome unico da dare al prodotto.
Le province di Parma e Reggio Emilia avevano quindi deciso in modo in autonomo di dare l’una il nome di “Formaggio Parmigiano” ( P.F.), l’altra di “Grana reggiano di Reggio Emilia” ( G.R.R.E.): ecco dalla fusione dei due nomi l’attuale Parmigiano Reggiano.
Attenzione a non confondere il Grana Padano con il Parmigiano Reggiano.
Il primo è prodotto con additivi, il secondo, più pregiato, è fatto solo con latte di mucche scelte (alimentate secondo un rigido regolamento) e siero ( una coltura naturale di fermenti lattici ottenuta dall’acidificazione spontanea del siero residuo della lavorazione del giorno precedente). Il Parmigiano viene prodotto solo in una ristretta zona geografica.
Quando acquistate un pezzo di parmigiano Reggiano, fate attenzione a due cose importanti: che abbia la crosta, e che su questa sia possibile distinguerne i puntini, la scritta e che non ci siano righe impresse a fuoco. Solo così sarete sicuri di aver acquistato un prodotto di qualità .
Vedo che in questo articolo parlate, con pochissima conoscenza dell’argomento, di Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Non solo PuroLino ha pienamente ragione ma – dato che mettete delle foto – sarebbe bene che metteste le foto giuste: il formaggio nelle fotografie difatti è Parmigiano-Reggiano formaggio e non Grana Padano (protagonista incensato del vostro articolo) che ha ben altri marchi identificativi. Inoltre dato che definite il Parmigiano Reggiano: “..una variante, certamente meno conosciuta ma non per questo da sottovalutare..” vi informo che, da una recente statistica, il Parmigiano Reggiano è risultato essere il prodotto italiano a marchio più conosciuto nel mondo dopo il marchio Ferrari! Oltre ad essere riconosciuto nel mondo intero come il Re dei formaggi… Fate vobis!
Grazie Cris per la precisazione, hai fatto molto bene a commentare questo articolo. Sarà mio dovere apportare alcune correzioni. Visto che conosci l’argomento in maniera approfondita, sarei felice di pubblicare un tuo articolo nei prossimi giorni.
Grazie infinite
SONO UNA MANTOVANA E SO FARE, ANCHE A 88 ANNI, AGNILINI E TORTELLI CON LA ZUCCA, CON TANTO PARMIGIANO O GRANA MANTOVANO…STO PREPARANDO UNA RELAZIONE SUL GRANA, PER LEGGERLA -DURANTE UNA SELLE MIE RIUNIONI SETTIMANALI- PER ANZIANI NON AUTOSUFF. DI UNA CASA DI RIPOSO: NATURALMENTE CON L’ ASSAGGIO DEL GRANA E UN GOCCIO DI lAMBRUSCO SALAMINO DI SORBARA… PER ME, LE COSE PIù BUONE SONO : PROSCIUTTO CRUDO, GRANA, GELATO…