Era in “contrasto” perché non poteva essere contemporaneamente assessore alle politiche sociali di Castellammare di Stabia. Le cariche erano incompatibili e le dimissioni da assessore sarebbero arrivate fuori tempo massimo: per questo è stata coinvolta nell’indagine della procura partenopea ed è accusata di “falsa attestazione o dichiarazione di pubblico ufficiale”.
Nel 2006 era tra i fondatori di uno dei vari “comitatucci” che ruotano attorno a Berlusconi: “Silvio ci manchi”. L’espresso l’aveva immortalata nel 2007 con le altre “papi girls” a Olbia mentre si incamminava per villa Certosa. Berlusconi voleva farla diventare prima deputata e poi parlamentare europeo, fino a quando non scoppiò il caso “Noemi” e le dichiarazioni di Veronica Lario sulle candidate che venivano definite “ciarpame senza pudore”. Ha provato, fallendo, a entrare in regione con Caldoro fino a quando si è ritrovata nominata da Luigi Bobbio assessore a Castellammare.
Una laurea in psicologia e un master a “Publitalia”: ma basta solo questo per fare l’eurodeputato o il deputato? Per il padre sicuramente: minacciò, intriso di benzina, di darsi fuoco davanti alla residenza romana di Berlusconi se la figlia non avesse ottenuto la sua bella poltrona. Per il padre basta poco per scalare i vertici della politica, viene quasi naturale dire: “ogni scarrafon è bell’ a mamma soja” (traduzione: “anche uno scarafaggio è bello per la madre”), visto che alla “presunta” papi-girl il dialetto piace molto e lo usa anche nei cartelloni elettorali.
Paolo Maria Addabbo