Fino a due giorni fa non aveva neanche un nome il senegalese di trenta anni pressato da un muletto.
Niang Elhadji lavorava per restaurare un autosalone. Non aveva regolare permesso di soggiorno e aveva un figlio e la moglie in Africa. Il carro elevatore che conduceva non aderirebbe ai protocolli di sicurezza.
Appena è successo l’evento le videocamere di sicurezza hanno registrato una scena topica di questo tipo di incidenti: i colleghi sono scappati con fretta e confusione. Per questi non ci sono conseguenze penali: i soccorsi, infatti, sono stati allertati in tempo.
Il piccolo imprenditore versiliano, artigiano del marmo che eseguiva i lavori, e il cliente, responsabile della concessionaria a Campi Bisenzio, sono sotto inchiesta della procura fiorentina. Sono accusati di omicidio colposo con aggravante. Sarebbero state anche omesse, in maniera dolosa, le condizioni di sicurezza. Infine la conclusione dei lavori sarebbe stata già firmata.
Le cronache sono periodicamente affollate da questo tipo di notizie, ma purtroppo le condizioni di lavoro non migliorano: a metà 2010 i morti “ufficiali” dell’anno sono a quota 250.