notizie dal mondo
Un volontario italiano, Vittorio Arrigoni, è stato rapito oggi a Gaza. Il gruppo islamico salafita che lo ha rapito, in un filmato pubblicato su YouTube, minaccia di ucciderlo se entro 30 ore, a partire dalle ore 11 locali di stamattina (le 10 in Italia), il governo di Hamas non libererà i detenuti salafiti. Il video mostra il volontario italiano, membro del Movimento Internazionale di Solidarietà con i palestinesi, bendato e con visibili segni di violenza sul lato destro della faccia e tracce di sangue che partono da sotto la benda.
Tunisi, immigrazione: firmato l’accordo
È stato raggiunto l’accordo: il ministro degli Interni Roberto Maroni – al termine di una trattativa durata circa 8 ore – ha firmato oggi a Tunisi l’ accordo con la Tunisia sul controllo dei flussi migratori. «Abbiamo sottoscritto oggi un accordo tecnico sulla cooperazione tra i due Paesi contro l’immigrazione clandestina: oltre al rafforzamento della collaborazione tra forze di Polizia, previsti anche rimpatri», ha detto Maroni, dopo la firma dell’intesa a Tunisi.
Lampedusa: al via evacuazione migranti
Al via oggi all’evacuazione dei migranti dall’isola di Lampedusa. Entro stasera è previsto l’arrivo delle sei navi che serviranno allo smistamento dei circa 6.500 migrantiche da giorni vivono accampati tra la stazione marittima e le strutture messe a disposizione. E mentre la nave San Marco della Marina militare è già al porto, nelle ultime ore ci sono stati altri due sbarchi. Intanto è stato avviato un piano di pulizia straordinaria per preparare l’accoglienza del premier Silvio Berlusconi.
Immigrazione: a Ventimiglia centro accoglienza
Dopo aver affrontato il mare, il loro viaggio prosegue verso l’ultima frontiera che li separa dal sogno di raggiungere la Francia. Sono sospesi tra l’Italia e la Francia, bloccati a Ventimiglia, nella città di confine. Sono immigrati tunisini, ma anche somali, eritrei e afghani. In 1.500 sono accampati alla stazione di Ventimiglia, dopo la decisione del governo francese di respingere i migranti.
Gheddafi riconquista Ras Lanuf
Le forze fedeli al leader libico hanno riconquistato il sito petrolifero di Ras Lanuf, costringendo gli insorti a fuggire ad est. A fine mattinata, le forze fedeli a Gheddafi hanno così ripreso il controllo della città. Il 27 marzo il terminal petrolifero di Ras Lanuf era stato conquistato dai ribelli libici, rimasti tuttavia bloccati per due giorni senza poter procedere verso Sirte.
Frattini: programma italo-tedesco in Libia
Oggi, il ministro degli esteri Franco Frattini, ha fornito un’anticipazione in un’intervista al quotidiano “La Repubblica”: l’Italia cercherà di far entrare la Germania nella missione in Libia, puntando sul “cessare il fuoco” monitorato dall’Onu e su un “corridoio umanitario permanente, per cui stiamo lavorando con la Turchia”; obbiettivo finale mandare via Gheddafi e utilizzare anche la struttura tribale libica per arrivare a un futuro di democrazia, “cercando di tenere l’Europa unita” ha spiegato il vertice della “Farnesina”.
Libia, i ribelli riconquistano Aidabiya e Brega
I ribelli hanno riconquistato prima Aidabiya, poi Brega. I due centri strategici del quadrante est della Sirte sono stati riconquistati tra la scorsa notte e oggi con l’aiuto dei raid aerei internazionali. Già conquistate dalla resistenza anti-Gheffafi e poi perse durante i combattimenti avvenuti tra il 13 marzo scorso e una settimana fa. Il bilancio delle vittime degli scontri è incerto. Secondo i ribelli ci sarebbero nove morti e nove feriti. Altre fonti parlano invece di almeno 21 vittime tra i soldati di Gheddafi e di un generale dell’esercito del rais che sarebbe stato catturato.
Sì al comando operazioni Nato in Libia
All’inizio della prossima settimana, tra lunedì o martedì, il comando delle operazioni militari in Libia passerà alla Nato. L’accordo è stato raggiunto nel corso di una teleconferenza con Francia, Usa e Gran Bretagna. Facciamo un passo indietro. Anche oggi si è svolta una riunione tra i partner della Nato che non erano ancora riusciti a trovare un accordo sulle modalità e il ruolo dell’Alleanza nelle operazioni militari internazionali in Libia. Gli ambasciatori dei 28 Paesi membri si sono riuniti con il capo della Nato, Anders Fogh Rasmussen, per cercare di trovare un compromesso tra la Francia, contraria ad una leadership politica della Nato, e paesi che, come l’Italia, chiedevano invece di fare passare il comando delle operazioni sotto la guida dell’Alleanza Atlantica.
Libia, caccia francese abbatte jet libico
Nel sesto giorno dell’operazione “Odyssey Dawn” un caccia francese in sorvolo sulla Libia avrebbe abbattuto il primo jet dell’aviazione libica per far rispettare la no-fly zone imposta dagli alleati. Lo scrive sul sito l’emittente televisiva statunitense Abc. L’azione sarebbe avvenuta nella zona di Misurata. L’aereo libico abbattuto sarebbe un Soko G2A-E Galeb, un vecchio jet di attacco a terra di produzione jugoslava.
Attentato a Gerusalemme
Un’esplosione è avvenuta nel primo pomeriggio a Gerusalemme. Un ordigno è esploso alla fermata dell’autobus di linea 74, nei pressi del centro dei congressi ‘Palazzo della Nazione’. Una donna è morta e una quarantina di persone sono rimaste ferite, alcune in modo grave. I feriti sono stati trasportati all’ospedale di Hadassah. Nessuna delle persone rimaste ferite nell’attentato di Gerusalemme “risulta al momento in pericolo di vita”, lo ha detto il portavoce del Magen David (l’equivalente israeliano della Croce rossa).
Fukushima: fumo nero dal reattore
Questa mattina del fumo nero si è alzato dal reattore numero 3 della centrale di Fukushima: i tecnici, che stanno tentando di raffreddare il reattore, come riferisce l’agenzia Kyodo, sono stati allontanati dalla zona. Dopo la fuoriuscita di fumo nero dal reattore, l’agenzia per la sicurezza nucleare in Giappone ha chiarito che i livelli radioattivi sono rimasti invariati.
Libia, quarto giorno di raid aerei
Proseguono in queste ore i raid aerei condotti dalle forze della coalizione internazionale. È il quarto giorno della missione “Odyssey Dawn” in Libia. La scorsa notte sono state bombardate installazioni radar e due basi di difesa contraerea ad est di Bengasi. E non solo. Gli aerei occidentali ieri hanno colpito anche installazioni militari a Sabah. Intanto, questa mattina, un caccia F-15 Eagle dell’aviazione militare statunitense è precipitato durante un raid in Libia. I due piloti che erano a bordo sono salvi. Secondo quanto riferito, il caccia “non è precipitato in seguito ad un’azione ostile ma per un guasto”.
Libia: Gheddafi attacca Misurata
Gheddafi continua ad attaccare. Il bilancio degli scontri in corso da stamattina a Misurata, è di 40 morti, tra cui quattro bambini, e 100 feriti. Così ha affermato il portavoce del Consiglio nazionale libico alla tv “al-Arabiya”. Poi ha aggiunto che “le brigate di Gheddafi continuano a sparare ed usano i civili come scudi umani”. Il portavoce dei ribelli libici di Misurata, Saadun al-Misurati, ha detto alla tv araba “al-Jazeera”: “Stiamo vivendo in città un dramma umanitario”. Una città dove “gli ospedali sono pieni di feriti, non ci sono più posti liberi. In città non c’è luce, non ci sono comunicazioni da dieci giorni, non c’è acqua da più di una settimana”. Lo ha riferito una fonte medica alla Bbc.
Libia: Tornado di nuovo in volo
“Se la missione in Libia non passerà sotto il comando Nato, l’Italia avvierà una riflessione sull’uso delle sue basi: se ci fosse una moltiplicazione dei centri di comando, dovremmo studiare un modo perché l’Italia riprenda il controllo delle sue basi”. Così ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, durante una conferenza stampa a Bruxelles dopo l’incontro di stamattina tra i capi delle diplomazie dell’Ue.